La Nuova Sardegna

Il Milese, dalla vernaccia alla focaccia più amata

di Pasquale Porcu
Il Milese, dalla vernaccia alla focaccia più amata

Nel 1971 una coppia di ex emigrati rilevò una modesta osteria ad Alghero Un successo clamoroso grazie anche a una geniale (e segreta) salsina

16 ottobre 2020
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Fino al 1971 quel locale di fronte al porto di Alghero era solo una modesta osteria che vendeva Vernaccia ai pescatori e a quanti si trovassero a passare da quelle parti. Si chiamava (e si chiama) Il Milese perché da Milis veniva il gestore. Il locale apriva la mattina presto, alle 5, perché i pescatori prima di andare per mare avevano piacere di scaldarsi le ossa con un liquore all'anice o una Vernaccia. E la sera, una volta che le barche tornavano in porto, ai pescatori faceva piacere portare da casa un piatto da condividere con gli amici. Un'agliata, un pesce fritto, una zuppa, giusto per scambiare quattro chiacchiere e bere un bicchiere. Il patron era felice perché quelle merende gli consentivano di vendere centinaia di litri di Vernaccia.

Poi nell'estate del 1971 la musica è cambiata. Il locale è passato nelle mani di Antonio Gavino Fiori di Banari e di sua moglie, Maria Pasqua Provenzi di Ittiri. Dopo una quindicina di anni passati in Australia come emigranti la coppia aveva deciso di tornare in Italia. Anzi, in Sardegna. Quei risparmi messi da parte durante gli anni australiani avevano deciso di investirli in quel locale di via Garibaldi 11. Che altro potevano fare se non rimboccarsi le maniche e lavorare? Le loro tre figlie erano ancora piccole (l'ultima aveva 8 anni, la prima tre anni di più), ma non troppo per impedire alla mamma di lavorare nel locale. Ed eccoli allora, marito e moglie, a sgobbare nell'osteria. Già, ma doveva continuare a rimanere osteria? Alghero stava crescendo a vista d'occhio e intorno al locale quegli spazi aperti ospitavano una serie di cantieri edili per costruire appartamenti per i nuovi residenti e i turisti della Riviera del Corallo.

Senza snaturare troppo quel locale occorreva inventare qualcosa che accogliesse gli avventori storici e i nuovi clienti. Da qui l'idea di Maria Pasqua di proporre uno snack gustoso che accontentasse i clienti frettolosi e quelli che avevano bisogno di uno spezzadigiuno da portare in barca o in spiaggia. Ed ecco che con un bel guizzo creativo è nata la focaccia del Milese, un'idea che presto sarebbe stata imitata da molti bar , non solo ad Alghero. Primo ingrediente la focaccia che nell'idea di Maria Pasqua doveva ricordare “su pane cola cola” di Ittiri. Una focaccia morbida e gustosa, ma non pesante. E poi gli ingredienti per la farcitura: pomodori, tonno, uova, rucola, pancetta, cipolle di Banari, acciughe. E una spruzzata di una salsina segreta che dà alla focaccia le ali giuste per volare.

Un tocco di genio senza il quale sarebbe poco più di un anonimo panino simile a decine di altri. Un tocco particolare per cui una volta mangiata una ne vorresti mangiare subito un'altra. «Fino al 2000 – racconta Sonia Fiori, figlia di Antonio Gavino e Maria Pasqua, che da 20 anni gestisce il locale insieme al marito Giuseppe Soggiu – di focacce ne facevamo solo di tre tipi, quella classica, la Caprese con pomodoro e fiordilatte e quella Fresco, con prosciutto cotto, pomodoro e fiordilatte. A queste negli ultimi anni si sono aggiunte anche gli altri tipi. Ma è quella classica la focaccia che va per la maggiore. È per la Milese che vengono qui i nostri clienti. Molti sono sardi, altri vengono dal continente e una buona parte viene dall'estero. E chi viene qui una volta poi spesso ritorna».

Insomma i turisti che ritorano ad Alghero possono non rivedere le Grotte di Nettuno ma certo non rinunciano a farsi una focaccia del Milese. Ed è quello che testimoniano le centinaia di articoli nei giornali e nei magazine di tutto il mondo che Sonia ti mostra con orgoglio.

La focacceria Milese è aperta tutti giorni a luglio e agosto e chiude il martedì nel resto dell'anno.



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