La Nuova Sardegna

Covid e voto, decide la legge nazionale

Covid e voto, decide la legge nazionale

Il caso dei positivi tagliati fuori dalle urne: solo i nuoresi saranno autorizzati

18 ottobre 2020
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SASSARI. C’è una legge nazionale che stabilisce chi e come può esercitare il diritto di voto il 25-26 ottobre ed è stata approvata pochi giorni fa: è la numero 126 del 13 ottobre ed è la conversione del decreto di agosto (104-2020). Delle disposizioni contenute in quella legge ha preso atto l’ufficio elettorale regionale che ne ha dato comunicazione agli interessati, i sindaci innanzitutto. Nella circolare firmata dal direttore del servizio Sergio Loddo c’è scritto che tra gli elettori positivi al Covid e dunque in isolamento domiciale oppure in quarantena fiduciaria, il diritto di voto potrà essere garantito solo a quelli residenti in un Comune che ospita una struttura Covid. In Sardegna, tra i 156 Comuni che andranno alle urne per le amministrative, l’unico centro e dunque gli unici elettori autorizzati sono quelli di Nuoro. «Questo prevede la legge nazionale – dice Loddo – che è stata già applicata in occasione delle ultime elezioni di settembre. Il nostro ufficio si è limitato a prenderne atto. Non possiamo in alcun modo intervenire per modificare le regole stabilite, spetta eventualmente alla parte politica sollecitare una soluzione differente». Ma l’iter appare assolutamente in salita perché, come ipotizza lo stesso Loddo, «il parlamento nell’approvare la legge ha cercato un punto di equilibrio tra la tutela della salute pubblica e l’esercizio del diritto di voto. E ha stabilito che in un periodo di emergenza sanitaria come quella che stiamo vivendo, il diritto di voto può essere garantito solo a determinate condizioni». Cioè con una sezione allestita nel presidio Covid del Comune in cui si vota. L’Anci attraverso il presidente Emiliano Deiana ha chiesto l’allestimento di seggi speciali in tutti i Comuni dove ci siano soggetti positivi o sottoposti all’obbligo di quarantena per consentire il voto a domicilio. La stessa richiesta contenuta nell’ordine del giorno presentato dall’opposizione e approvato all’unanimità mercoledì dal consiglio regionale. La legge non lo consente, così come non autorizza il voto elettronico o per posta. Se la situazione non dovesse cambiare, il rischio ricorsi è dietro l’angolo. Nei comuni con una sola lista infatti anche una manciata di voti mancati potrebbe inficiare il raggiungimento del quorum, mentre nei centri con più candidati chi perde potrebbe chiedere l’annullamento delle elezioni con la motivazione della “alterazione del voto democratico”. Resta da capire, però, che esito avrebbero i ricorsi: dipende da quale peso verrà assegnato nella bilancia alla tutela della salute e all’esercizio del diritto-dovere di voto. (si. sa.)

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