«Stop alle varianti, acceleriamo i tempi»
A mettere i bastoni tra le ruote a progetti già autorizzati sono spesso le richieste che arrivano dal territorio: il sindaco che chiede lo svincolo, gli abitanti di un quartiere che protestano per il...
20 ottobre 2020
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A mettere i bastoni tra le ruote a progetti già autorizzati sono spesso le richieste che arrivano dal territorio: il sindaco che chiede lo svincolo, gli abitanti di un quartiere che protestano per il semaforo che non c’è più. Succede che progetti pronti a partire vengano congelati, riveduti e corretti, ma per farlo è necessario ripercorrere a ritroso la tortuosa strada delle richieste, delle domande, a volte delle valutazioni di impatto ambientale. Un ginepraio di norme che si porta via tempo e denaro molte volte per soddisfare richieste non motivate: è giusto realizzare uno svincolo per accorciare di un chilometro il percorso agli abitanti di un piccolo comune o è meglio rendere fruibile il prima possibile un’opera strategica per un bacino di utenti molto più ampio? Il professor Coni, quando era assessore della Mobilità e trasporti della giunta Zedda a Cagliari, non tardò a conquistarsi la fama di nemico dei semafori e fan delle rotatorie. «Sulla statale 554 vicino alla cittadella universitaria di Monserrato c’era un semaforo che bloccava il traffico. Parliamo di una delle zone più congestionate della Sardegna, con il passaggio di oltre 40mila auto al giorno alla media di 3mila all’ora. Il semaforo consentiva l’uscita delle auto da una strada laterale: erano appena 40 all’ora. Con l’Anas abbiamo fatto un esperimento eliminando quel semaforo: le 3mila macchine all’ora hanno guadagnato 20 minuti di vita. È chiaro che l’interesse generale deve prevalere, quello di pochi non dovrebbe mai pregiudicare, rallentare o addirittura bloccare progetti strategici per la collettività».
