La Nuova Sardegna

Tre indirizzi di studio, una “serra gioiello”, un museo storico Paolo Acone: «Prepariamo i futuri protagonisti del settore» 

All’Agrario supertecnologico dove germogliano emozioni e competenze

di Giovanni Dessole
All’Agrario supertecnologico dove germogliano emozioni e competenze

L’istituto tecnico agrario “Nicolò Pellegrini” di Sassari è un luogo in cui l’innovazione fa germogliare le competenze degli studenti, seminando di opportunità da cogliere il loro cammino...

22 ottobre 2020
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L’istituto tecnico agrario “Nicolò Pellegrini” di Sassari è un luogo in cui l’innovazione fa germogliare le competenze degli studenti, seminando di opportunità da cogliere il loro cammino professionale. Il racconto della scuola scorre fra le parole del dirigente scolastico Paolo Acone: «Ampie prospettive di occupazione generate da un’offerta formativa ampia e caratterizzata dalla didattica laboratoriale. I nostri studenti apprendono applicando la teoria, innestando, facendo taleaggio, trasformando i prodotti agricoli attraverso un processo di filiera. Abbiamo dei vigneti e facciamo il vino, l’olio. Si apprende facendo ricerca, studiando, stimolando la curiosità». L’approccio è induttivo esperienziale: «L’esperienza emoziona il ragazzo ed emozionarsi aiuta ad apprendere, come diceva Sant’Agostino. La gratificazione è la spinta più forte verso l’interesse».

La natura è la cornice in cui sviluppare il discorso legato alle attività agronomiche proprie del settore agro industriale. Ma la dimensione è innovativa, ancorata alle origini storiche del Pellegrini - fine ottocento - ma al passo con i tempi. In un articolo pubblicato nel 1906 su Sardegna Agricola si racconta la storia del tecnico agrario, accompagnandola con una foto d’epoca. L’immagine si riferisce alla differenza di risultato nella coltivazione del grano fucense-semiduro in base ai trattamenti di concimazione applicati. «Già allora facevamo ricerca. A maggior ragione la ricerca e l’innovazione devono essere per noi parole chiave. È giusto che un imprenditore agricolo conosca le proprietà del terreno in cui impianta un orto, che sappia che a seconda delle caratteristiche della terra si possono diversificare le coltivazioni, che abbia la consapevolezza che proprio dalla ricchezza di elementi chimici deriva la bontà del prodotto».

Tre gli indirizzi da seguire a disposizione dei ragazzi: quello in gestione aziendale, quello in trasformazione e produzione e quello in viticoltura e enologia. Il logo della scuola richiama ad una serra domotica stilizzata e “costruita” con le lettere che compongono la parola lab.

E proprio una serra, futuristica e all’avanguardia, è fiore all’occhiello dell’istituto: «L’abbiamo realizzata grazie ad un grosso finanziamento. Un gioiello unico in Sardegna, ipertecnologico. La inaugureremo a breve. Una struttura che in un futuro immediato darà i suoi frutti dando ulteriore spinta alla ricerca in agricoltura».

Un museo delle macchine agricole - che ospita fra le altre un moto aratro del 1920 - è valore aggiunto che riporta alle origini. L’obiettivo finale trova conferma negli step fissati: dare una marcia in più al percorso professionale e culturale dello studente in uscita, in vista del suo diretto inserimento nel mondo del lavoro o delle successive tappe della sua formazione accademica. Tanti gli allievi che terminato il corso di studi si cimentano con successo nel fare impresa. Tanti quelli che si sono formati diventando ricercatori e professori universitari. Tante le collaborazioni (dall’Università di Sassari al Crs4, passando per alcune importanti aziende del territorio) che danno spessore al percorso scolastico. Una agricoltura consapevole, biologica, sostenibile orientata al rispetto dell’ambiente, dell’uomo e della ruralità. Una visione dell’agricoltura formato 3.0 e 4.0 in cui la tecnologia è supporto prezioso. I rilevamenti topografici si effettuano con i droni. Telecamere a infrarossi aiutano a individuare le zone più umide distinguendole da quelle caratterizzate dalla scarsità d’acqua. Centraline meteo aiutano nel lavoro di studio su ambiente e clima in rapporto a nuovi cultivar. «Abituiamo gli studenti ad essere imprenditori agricoli e ricercatori di settore. Potranno essere protagonisti in prima persona. E potranno essere ad esempio anche i futuri tecnici di Laore, Agris, Arpas offrendo consulenze agli stessi imprenditori agricoli - chiude il dirigente -. I nostri studenti si iscrivono perché affascinanti dall’agricoltura. Alcuni approfondiscono esperienze sviluppate in ambito parentale. Altri vogliono scoprire un mondo nuovo. A noi il compito di farli integrare al meglio con l’ambiente che li circonda e le sue peculiarità».

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