La Nuova Sardegna

Contagi oltre quota 16mila Le Regioni si “blindano”

Contagi oltre quota 16mila Le Regioni si “blindano”

Roma vieta la movida nelle vie del centro, licei chiusi in Puglia e Campania Il ministro Speranza annuncia l’arrivo di 2mila operatori e test rapidi in farmacia

23 ottobre 2020
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ROMA. Senza misure più forti, senza un ulteriore giro di vite, il lockdown sarà inevitabile. Gli scienziati e gli esperti lanciano l'allarme con le Regioni che continuano a muoversi in ordine sparso su chiusure e coprifuoco e l'Italia che batte l'ennesimo record: 16mila nuovi casi di Covid 19 in un giorno e 136 vittime, tante quante non se ne registravano da cinque mesi. Una situazione che, ammette il premier Giuseppe Conte alla Camera, «si sta rivelando molto critica» e che potrebbe portare ad una nuova stretta da parte dell'esecutivo, non nel weekend ma probabilmente già nei primi giorni della prossima settimana: «siamo pronti a intervenire se sarà necessario» conferma il presidente del Consiglio. Ad anticipare le mosse del governo sono però le Regioni, come tra l'altro previsto dall'ultimo Dpcm che dà ai governatori la possibilità di intervenire in maniera più restrittiva rispetto alle misure indicate dal governo. Ma la varie ordinanze hanno prodotto per il momento un solo risultato: generare una babele di regole diverse da regione a regione tra le quali i cittadini devono districarsi. In Lombardia da ieri è coprifuoco dalle 23 alle 5, mentre nel Lazio e in Campania la misura partirà da questa sera. De Luca però ha stabilito il divieto di circolazione tra le province, cosa che invece non hanno fatto Fontana e Zingaretti. Il governatore lombardo, come quello piemontese Cirio, hanno poi deciso la chiusura dei centri commerciali nel fine settimana mentre Zaia continua a dire no a qualsiasi intervento: «meglio la mascherina che mini-lockdown». Anche il governatore della Puglia Michele Emiliano è andato oltre, sospendendo fino al 13 novembre tutte le attività didattiche in presenza per il triennio delle scuole secondarie, nonostante il Dpcm inviti a portare la Dad al 50%.

Un caos, dunque, al quale si aggiungono i provvedimenti dei sindaci, come quelli di Roma e Palermo che pensano di interdire alcune zone della movida dalle 21 nei weekend. È per questo che il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia convocherà nelle prossime ore l'ennesima cabina di regia con le Regioni, con l'obiettivo di dare omogeneità alle ordinanze. Collaborazione a tutti i livelli istituzionali invocata anche da Conte quando parla di «collegialità e necessaria condivisione delle scelte». Vanno «preservati - sottolinea il premier alla Camera - i caratteri di omogeneità e coerenza, affinché non si smarrisca la ratio unitaria dell'intervento in emergenza».

E anche per evitare nuove fughe in avanti degli enti locali il governo ha accelerato su uno dei punti critici di questa fase dell'emergenza, il tracciamento dei positivi. Già la prossima settimana arriveranno duemila operatori nelle Asl per potenziare il contact tracing mentre partirà a breve, annuncia il ministro della Salute Roberto Speranza, una fase di sperimentazione per eseguire i tamponi rapidi nelle farmacie.

Che bisogna accelerare per tentare di arginare la diffusione del contagio è comunque ormai una certezza di cui tutti, nell'esecutivo, sono consapevoli e che trova ulteriore conferma nei numeri del ministero della Salute: altri 16.079 casi in un giorno, mille in più di mercoledì ma con meno tamponi (170.392 nelle ultime 24 ore contro 177.848) e un rapporto tra nuovi casi e tamponi effettuati che è tornato al 9,4%, lo stesso di 4 giorni fa e soprattutto il più alto di questa seconda ondata. Non solo: i ricoverati sono quasi 10mila, 637 in più in 24 ore e nelle terapie intensive ci sono oramai quasi mille persone.

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