La Nuova Sardegna

Emergenza Covid: si decide poco e tardi, cambiate rotta - EDITORIALE

Antonio Di Rosa
Emergenza Covid: si decide poco e tardi, cambiate rotta - EDITORIALE

L’assessore Nieddu ha annunciato 500 assunzioni di medici ma quando arriveranno? L'editoriale del direttore della Nuova Sardegna Antonio Di Rosa

23 ottobre 2020
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Tutti abbiamo capito una cosa: nessuno custodisce una ricetta per debellare il Covid. Mi infastidiscono quei virologi (ma non tutti) che si esibiscono sui media per dire agli altri quali provvedimenti bisogna prendere. Salvo poi tornare sullo stesso palcoscenico e smentire quello che hanno detto pochi giorni prima. Mi infastidisce il ministro, il governatore o il sindaco che trova sempre un colpevole al di fuori della sua cerchia. Va detto: c’è anche una responsabilità individuale e collettiva dei cittadini che spesso non viene esercitata e determina l’aumento del rischio. Noi tutti dobbiamo essere prudenti per limitare i contagi ma non basta. Chi decide deve metterci nelle condizioni di affrontare questa tragedia nel modo migliore. Perché di tragedia si tratta. Sarò esplicito per far capire a tutti quello che penso. All’inizio dell’estate i contagi sono calati, le vittime sono diminuite. Chi governa (con qualche limitata eccezione) avrà pensato che ce l’avevamo fatta. Dunque, liberi tutti. Discoteche aperte, assembramenti ovunque, spostamenti da nord a sud, virus importato dai paradisi del divertimento, mascherine in soffitta. In pieno agosto il bubbone è riesploso. Contagi senza limiti dappertutto, guerre tra Regioni con rinfacci di errori e controlli mancati. Nessuno si è chiesto, facendo autocritica, se le riaperture avevano un senso. Nessuno ha occupato quell’arco di tempo per riassestarsi, costruire un argine contro il Covid, essere pronti alla battaglia d’autunno. Il pronto soccorso di Sassari, si era detto, non poteva avere un solo ingresso (causa di numerosi contagi) ma era necessario trovare un rimedio. Pochi giorni fa è stato rilanciato il problema. Dunque, in questi mesi la questione non è stata affrontata. Tutto come prima.

I trasporti erano il nodo cruciale legato alla riapertura delle scuole. Bus affollati, visto il numero elevato di pendolari che ci sono in Sardegna, non potevano essere tollerati. La Nuova ha proposto di mettere in gioco i privati. La prima risposta è stata negativa: costano troppo. Poi tutti insieme, di corsa, in Consiglio regionale hanno approvato l’apertura alle ditte esterne. Ma bisogna aspettare i bandi e…passaggi infiniti ci aspettano prima di risolvere una questione urgente. Ora i contagi sono aumentati perché si fanno migliaia di tamponi in più, si pescano gli asintomatici e siamo tutti preoccupati perché nessuno di noi sa bene cosa fare. Ad esempio, perché non ascoltare il suggerimento di Stefano Vella, membro del comitato scientifico della Regione, che consiglia l’impiego dell’esercito? In questo Paese c’è sempre una elezione, un voto nazionale, uno locale, un referendum che frena tutti. I partiti non vogliono capire che le emergenze si affrontano insieme. Non esiste una maggioranza e una opposizione. La gente vuole risposte da chi governa e da chi si oppone. La salute dei bambini e degli adulti vale più dell’appartenenza o della conquista di un seggio, di un sindaco, di un governatore. Vi è chiaro o no? Pare di no, se la decisione del governo di accettare i miliardi del Mes è stata rinviata al giorno dopo gli Stati Generali del M5S previsti per il 14 e 15 novembre!!! Riflettere invece di fare. Roba da non credere. Penso già alla obiezione di Solinas: lo avevo detto. Ma rispondo subito. Questo ragionamento ora non vale. Signor Governatore. lei ha annunciato che, se la gente non sarà molto più prudente, si chiuderà tutto. Lei deve decidere per il bene dei suoi concittadini. Ritiene sufficiente quello che ha detto? Non le pare, se si limiterà a questo, una specie di scaricabarile sulle spalle dei sardi che non seguono le indicazioni? Esempio: il suo assessore alla sanità Mario Nieddu ha annunciato l’ok del Governo a 500 assunzioni di medici a tempo determinato. Bene, ma quando? Dovevano arrivare già ieri e oggi non ci sono ancora. E non si sa quando e se arriveranno. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità invece di lanciare promesse che non può mantenere. Nieddu se lo ricordi. Il governo nazionale va avanti a conferenze stampa in tarda ora e prende decisioni parziali perché non trova l’unanimità. Il presidente Conte torni in Parlamento, se lo ritiene opportuno, con le misure necessarie e ne chieda l’approvazione. Così tutti scopriremo chi vuole tutelare la salute e chi ci specula. Basta col dibattito palestre sì palestre no, mille allo stadio sì congressi distanziati no. Non ne possiamo più perché noi siamo specialisti in chiacchiere, polemiche e divisioni ma decidiamo poco e tardi. Il governatore si comporti allo stesso modo. Coinvolga l’opposizione sul serio, sia il primo in Italia a farlo, a dare il segno del cambiamento (bene l’incontro di ieri ma non sia un unicum e la sinistra non ne approfitti per arrivare alla resa dei conti). In primo luogo perché possa dare i suoi contributi che non possono essere considerati sbagliati per definizione e poi per evitare, in caso contrario, che abbia gioco facile nel dire di non essere stata interpellata (questo avviene già a livello nazionale..ognuno per sé). Nessuno di noi si può sottrarre e denunciare solo le colpe degli altri. Ritroviamo una unità di intenti (unica voce, dopo la nostra, quella di Walter Veltroni sul Corriere della Sera) perché avremo giorni più difficili. Se non ora quando? O aspettiamo di raccogliere le macerie sociali ed economiche del Paese e di questa Regione? David Grossman, scrittore israeliano di primo piano sostiene che “l’epidemia del Covid-19 è più forte di qualsiasi nemico in carne ed ossa che abbiamo affrontato o di qualsiasi supereroe che abbiamo mai immaginato o visto nei film”. Lo ha capito la classe dirigente che governa questo mondo? Non credo.

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