La Nuova Sardegna

Coronavirus, quasi pronto il nuovo Dpcm: chiusura alle 18 di bar e ristoranti

Coronavirus, quasi pronto il nuovo Dpcm: chiusura alle 18 di bar e ristoranti

Stop alla ristorazione anche nei giorni festivi. Chiusi palestre, piscine e parchi divertimenti, possibile stretta sugli spostamenti fra Regioni

24 ottobre 2020
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ROMA. Il Governo si appresta nella serata del 25 ottobre a varare un nuovo Dpcm dopo l'impennata dei contagi, dei ricoveri in intensiva e dei morti nel nostro paese. Una prima bozza del Dpcm a cui sta lavorando in queste ore il governo, in via di definizione e fonti dell'esecutivo precisano che, in vista di quella finale, le misure potrebbero cambiare prevede intanto che «a decorrere dal 26 ottobre 2020, le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono sospese la domenica e i giorni festivi; negli altri giorni sono consentite dalle ore 5.00 fino alle 18.00».

Nella bozza si prevede che dopo le 18 sia vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico mentre è consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitaria. È consentita fino alle ore 24,00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze.

Su questo punto si registrano subito delle reazioni. Con il nuovo Dpcm vengono sospese le «attività non strettamente necessarie» che, però, «devono essere tassativamente ristorate e in tempi brevi». Lo ha spiegato, secondo quanto si apprende, il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia nel corso dell'incontro con gli enti locali per illustrare il nuovo Dpcm dando la «garanzia di ristoro per tutte quelle attività che dovranno limitare per alcune giorni o settimane le proprie attività».

Duro il commento sul fronte dei locali di ristorazione e bar. «Non possiamo sopportare gli oneri di un' ulteriore chiusura», «o ci sono interventi economici seri e immediati o la ristorazione è morta». Così il direttore generale di Fipe Confcommercio Roberto Calugi commentando la prima bozza del dpcm che prevedrebbe la chiusura di locali e ristoranti alle 18 e lo stop nei festivi.

Fipe Confcommercio chiede «ristoro a fondo perduto, proroga del credito d'imposta sulle locazioni, blocco degli sfratti, cassa integrazione e sospensione delle scadenze fiscali come Ires e Irpef». Non vogliamo entrare nel merito se sia giusto o sbagliato, dice Calugi, « ma temiamo anche che questa chiusura e questi sacrifici non produrranno i risultati sperati, perchè è evidente che gli ambiti di contagio sono altri».

Il Dpcm prevederebbe anche la chiusura per centri estetici, piscine, terme, sale giochi, sale scommesse, sale bingo, casinò. Sono sospesi gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, cinema e in altri spazi . Inoltre, il Dpcm aggiungerebbe lo stop a banchetti e ricevimenti dopo matrimoni, comunioni e battesimi. «Sono vietate le feste nei luoghi al chiuso e all'aperto - si legge nel documento - ivi comprese quelle conseguenti alle cerimonie civili e religiose. Con riguardo alle abitazioni private, è fortemente raccomandato di non ricevere persone diverse dai conviventi, salvo che per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità e urgenza».

Atro punto compreso nel Dpcm riguarda i parchi con la chiusura ai parchi divertimenti. «L' accesso del pubblico ai parchi _ recita la bozza del decreto _  alle ville e ai giardini pubblici è condizionato al rigoroso rispetto del divieto di assembramento nonché della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro; è consentito l'accesso dei minori, anche assieme ai familiari o altre persone abitualmente conviventi o deputate alla loro cura, ad aree gioco all'interno di parchi, ville e giardini pubblici, per svolgere attività ludica o ricreativa all'aperto nel rispetto delle linee guida del Dipartimento per le politiche della famiglia».

Da quanto si apprende ci sarebbe nel nuovo Dpcm una stretta negli spostamenti non necessari fra Regione e Regione e una "raccomandazione" a evitare gli spostamenti dal comune di residenza.

Ancora.Sempre il Dpcm prevedere che "Delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21, fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private".

Il Dpcm sarebbe in vigore, secondo fonti governative, per un mese: esattamente da lunedì 26 ottobre sino al 24 novembre

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