La Nuova Sardegna

Ristoranti, bar e palestre: la protesta scende in piazza

di Roberto Petretto
Ristoranti, bar e palestre: la protesta scende in piazza

Cagliari, oggi manifestazioni di titolari di esercizi pubblici e operatori del fitness Hanno investito sui protocolli di sicurezza, ora chiedono di poter lavorare

28 ottobre 2020
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SASSARI. Gestire la rabbia, incanalarla lungo i binari della protesta civile e composta, ma allo stesso forte e appassionata: perché ci sono tanti lavoratori che temono per il futuro loro e delle loro famiglie. Sono ristoratori, baristi, commercianti, artigiani, titolari e gestori di palestre e piscine, operatori del mondo dello spettacolo e tante altre categorie messe in crisi dal primo blocco di marzo e aprile e minacciati dalla conseguenze del, per ora parziale, secondo blocco. Oggi a Cagliari ci saranno due manifestazioni: una in piazza Carmine, indetta dalla Federazione italiana pubblici esercizi (ce ne saranno di analoghe in altre 23 città italiane), l’altra organizzata da titolari di palestre e scuole di danza, associazioni e gruppi sportivi, nella Passeggiata darsena con un’appendice davanti al palazzo della Regione.

«Gli imprenditori dei pubblici esercizi si danno appuntamento per far sentire la propria voce, in maniera pacifica e nel pieno rispetto delle regole - spiegano dalla Fipe -, per ribadire l’enorme valore economico, sociale ed antropologico delle proprie attività». Appuntamento alle 11,30 in piazza del Carmine.

«Potremmo snocciolare tanti numeri per parlare del malessere della categoria - dice Lele Frongia, presidente della Fipe Sud Sardegna -300mila dipendenti che non lavorano e altrettanti che con questo blocco torneranno a casa». Ma soprattutto pesa «la scarsa considerazione che ci viene riservata da Governo». Bar e ristoranti hanno adottato «tutti i protocolli necessari, con investimenti ingenti, siamo stati i primi a riprendere a pagare le scadenze. Però quando bisogna sacrificarsi siamo soli. Lo stesso senso di responsabilità che chiedono a noi lo mostrino anche i legislatori e trovino le forme di un ristoro economico prima di varare queste misure».

Frongia assicura che la manifestazione «sarà assolutamente pacifica, rispettosa delle norme di sicurezza, stanziale. E ribadirà il tema: “Siamo a terra”».

Alle 10,30 si troveanno invece gli operatori del fitness: «Vogliamo farci sentire dai politici regionali in modo che loro possano portare le nostre istanze a livello nazionale - dice Matteo Cois, titolare della palestra Stayfit di Quartu -. Vogliamo esprimere dissenso per le decisioni che sono state prese, ma anche per dire che vogliamo lavorare».

Nelle palestre, nelle piscine, nelle scuole di danza (o almeno nella maggior parte) le linee guida sono state seguite con rigore: «Abbiamo avuto i controlli dei Nas e ci sono arrivati anche i complimenti dal ministro per come abbiamo seguito le linee guida. La curva dei contagi non scenderà di certo perché sono state chiuse le palestre».

Il passaggio successivo sarà quello di sollecitare «reali indennizzi» che tengano conto delle «reali perdite» subite dalle attività: «Abbiamo avuto 600 euro uguali per tutti - dice Cois - ma chi ha una palestra di 100 metri quadri non ha le stesse spese di uno che ce l’ha di mille metri. Inoltre molte associazioni e società non sono nemmeno riuscite a prendere quei soldi».

A Cagliari oggi confluiranno titolari e operatori del fitness provenienti da tutta l’isola. Salvatore Garau, proprietario di due palestre a Olmedo e Sennori, ha coordinato i colleghi del Sassarese: «Chiediamo al Governo di permetterci di continuare a lavorare in sicurezza come abbiamo fatto finora, altrimenti questa seconda chiusura sarà la fine di migliaia di attività».

«I parrucconi slegati del contesto reale dimenticano che dietro l’impianto “produttivo” palestra - dice Francesco Moretti, titolare di una palestra a Sassari - si sono persone che hanno investito sogni e soldi».

Si contesta anche la mancata differenziazione tra realtà: «Andare in palestra a Milano o a Quartu non è la stessa cosa- dice ancora Matteo Cois -. Qui non si affollano i mezzi pubblici». E per le palestre non è stata neppure prevista una chiusura limitata. Ecco perché da Cagliari si leverà una protesta forte «ma pacifica - promette Cois -. Siamo in sintonia con la questura che ci aiuterà a isolare eventuali provocatori».



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