La Nuova Sardegna

A caccia di posti letto fra tende e parcheggi

di Gianni Bazzoni
A caccia di posti letto fra tende e parcheggi

Massimo sforzo per assicurare assistenza ai pazienti Covid e a tutti gli altri Terminato il montaggio delle 3 tensostrutture a servizio del pronto soccorso

02 novembre 2020
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SASSARI. È corsa contro il tempo per liberare posti letto (soprattutto a Malattie infettive e Pneumologia) e cercare di fornire una risposta certa alle richieste crescenti di ricoveri dettate dall’emergenza Covid a Sassari. La riforma sanitaria - come ha dichiarato il neo commissario dell’Ares Massimo Temussi alla Nuova - prevede la costruzione di nuovi ospedali ma in questo momento c’è da fare i conti con le strutture esistenti, vecchie e inadeguate. Insomma il presente e non il futuro. Si è proceduto prima con la chiusura di alcuni reparti per creare altrettante “sezioni Covid” e si guarda con maggiore attenzione alle convenzioni con le strutture private, in primo luogo Mater Olbia e il Policlinico Sassarese. E proprio nell’ospedale di viale Italia - dove sono già stati accolti 15 pazienti - oggi dovrebbero diventare 40 i posti disponibili (28 tra media e alta intensità e 12 medicina). Intanto procede l’attività per rendere operative le tende per “l’allargamento” del pronto soccorso. Tre le tensostrutture montate, due dai vigili del fuoco e una dal 152° della Brigata Sassari: serviranno per ospitare i pazienti Covid in arrivo al pronto soccorso e in attesa di ricovero nei reparti dedicati. Non un ospedale da campo, quindi, ma - come hanno spiegato dall’Aou - «un supporto temporaneo per la struttura di emergenza-urgenza». La prima tenda è stata inserita nel piazzale antistante il pronto soccorso, appena dietro quella del pre-triage. L’altra è sistemata nella parte retrostante dell’unità operativa e la terza infine (quella messa a disposizione dalla Brigata) si trova sulla terrazza della Cardiologia riabilitativa (il personale, attraverso un ascensore dedicato, potrà accompagnare i pazienti Covid arrivati dal pronto soccorso).

É emergenza vera e lo si intuisce anche dalle azioni. Si recuperano spazi ovunque, anche nei piazzali che erano destinati alla sosta delle ambulanze e che già oggi potrebbero trovarsi nell’impossibilità di avere aree dedicate alla sosta. Ma ormai tutti i giorni c’è un nuovo problema da affrontare e da risolvere. «Per ogni problema una soluzione e non un altro problema», ha sottolineato Massimo Temussi.

Intanto è stata rimodulata la funzionalità del pronto soccorso: la parte che si affaccia su viale Italia è stata interamente dedicata ai pazienti Covid. «In questo modo il personale sanitario potrà operare al meglio, anche attraverso le uscite laterali, sui pazienti che vengono ospitati nelle tende che sono riscaldate». Riaperta anche la passerella in cemento che conduce al corpo centrale del Santissima Annunziata in modo da realizzare l’accesso al pronto soccorso per i pazienti Covid. Nelle intenzioni della direzione sanitaria dell’Aou, le tende funzioneranno da polmone per il pronto soccorso che in questo periodo ha visto aumentare gli accessi dei pazienti affetti da Sars CoV2. E nei primi giorni della settimana almeno due tende potranno essere sostituite dalla struttura amovibile, un modulo di circa 100 metri quadrati installato nel piazzale del pronto soccorso con a disposizione 12 posti letto. L’altro problema da risolvere in fretta è quello del personale, che resta assolutamente insufficiente. E spostandolo da una parte all’altra non si arriva certo alla soluzione.

Sul fronte dei tamponi al personale, l’Aou ha sottolineato che il problema non è trattare un paziente positivo ma essere protetti in maniera adeguata. «Ci comportiamo come se tutti fossero positivi – ha detto il direttore della Sorveglianza sanitaria Antonello Serra – ; i tamponi servono come misura di prevenzione secondaria. Ora partiamo con i test rapidi che, secondo il ministero della Salute, sono adeguati a definire fattispecie simili a quelle che trattiamo in ospedale. La rapidità dei risultati (60 minuti tutto compreso) ci consentirà di muoverci con agilità in un periodo in cui i soggetti positivi potrebbero essere presenti in tutti i reparti. È necessario definire rapidamente i moltissimi casi sospetti segnalati per garantire la salute dell’operatore e la continuità del servizio assistenziale».

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