Oristano, sette suore “dimenticate” per 3 giorni
di Davide Pinna
Nuraxinieddu, contagio in una casa per religiose: un’88enne assiste le consorelle
03 novembre 2020
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ORISTANO. Tre giorni senza assistenza, con una suora di 88 anni che ha dovuto farsi carico delle sette consorelle, tutte ultra-ottantenni, positive al Covid, alcune delle quali hanno bisogno di supporto per tutte le necessità primarie. La vicenda è avvenuta lo scorso fine settimana a Nuraxinieddu, piccola frazione di Oristano, dove venerdì tutte e otto le suore del Sacro Costato sono risultate positive al Covid-19, dopo che lunedì 26 si era registrata la morte di una delle religiose. E se lo stato di salute delle otto suore non ha mai destato particolari preoccupazioni durante le visite mediche di venerdì e lunedì, resta il fatto che per un intero fine settimana le religiose si sono dovute arrangiare da sole. «Da venerdì non abbiamo visto nessuno» ha raccontato a una vicina, con voce affaticata, la superiora suor Immacolata. È stata lei a prendersi cura delle sorelle per tre giorni, nonostante i quasi novant'anni, con l'ansia e le preoccupazioni date dall'età delle religiose e dalla recente scomparsa di una delle più anziane.
Nel pomeriggio di lunedì finalmente è arrivato l'intervento dell'Unità Speciale di Continuità Assistenziale (Usca) della Assl di Oristano, i cui infermieri si dividono tra il lavoro nelle tende per i test del San Martino e l'assistenza domiciliare, e poi subito dopo degli operatori dei servizi sociali di Oristano, che si sono occupati della cena e dell'igiene delle religiose e che dovrebbero garantire a partire da oggi assistenza quotidiana, mattina e sera.
Il parroco di Nuraxinieddu, don Alejandro Garcia Quintero, invita alla calma: «Le suore non sono state abbandonate. Hanno ricevuto una visita del personale medico venerdì e un'altra è programmata per oggi (ieri per chi legge, ndr)».
Ammette qualche intoppo nel sistema anche il vicesindaco di Oristano, Massimiliano Sanna: «Noi abbiamo attivato tutte le procedure, ma le cooperative che gestiscono il servizio di assistenza domiciliare hanno qualche difficoltà, c'è bisogno della collaborazione di tutti. Non è sempre facile». Il focolaio delle religiose di Nuraxinieddu, dove ieri si è registrato il decesso di un pensionato ricoverato per Covid a Cagliari, non sembra essere collegato a quello delle 12 consorelle di Oristano che, pur facendo parte della stessa congregazione, non hanno frequenti contatti con la casa di Nuraxinieddu.
Nel pomeriggio di lunedì finalmente è arrivato l'intervento dell'Unità Speciale di Continuità Assistenziale (Usca) della Assl di Oristano, i cui infermieri si dividono tra il lavoro nelle tende per i test del San Martino e l'assistenza domiciliare, e poi subito dopo degli operatori dei servizi sociali di Oristano, che si sono occupati della cena e dell'igiene delle religiose e che dovrebbero garantire a partire da oggi assistenza quotidiana, mattina e sera.
Il parroco di Nuraxinieddu, don Alejandro Garcia Quintero, invita alla calma: «Le suore non sono state abbandonate. Hanno ricevuto una visita del personale medico venerdì e un'altra è programmata per oggi (ieri per chi legge, ndr)».
Ammette qualche intoppo nel sistema anche il vicesindaco di Oristano, Massimiliano Sanna: «Noi abbiamo attivato tutte le procedure, ma le cooperative che gestiscono il servizio di assistenza domiciliare hanno qualche difficoltà, c'è bisogno della collaborazione di tutti. Non è sempre facile». Il focolaio delle religiose di Nuraxinieddu, dove ieri si è registrato il decesso di un pensionato ricoverato per Covid a Cagliari, non sembra essere collegato a quello delle 12 consorelle di Oristano che, pur facendo parte della stessa congregazione, non hanno frequenti contatti con la casa di Nuraxinieddu.