La Nuova Sardegna

Sardegna zona gialla: ecco cosa si potrà fare

di Umberto Aime
Sardegna zona gialla: ecco cosa si potrà fare

L’isola inserita tra le regioni meno a rischio ma coprifuoco dalle 22 alle 5. Didattica a distanza alle superiori, stop ai centri commerciali nel weekend

05 novembre 2020
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CAGLIARI. Non più verde, ma gialla. Non più dall’alba di oggi 5 novembre, ma fra 24 ore e fino al 3 dicembre. Però la sostanza non cambierà: in Sardegna i divieti saranno molto più leggeri rispetto a quelli imposti dal governo Conte alle regioni arancioni, ad esempio Sicilia e Puglia, e ancora meno se messi a confronto con il nuovo lockdown in Lombardia e Piemonte. Ma da domani cosa potranno fare e non fare i sardi? Ecco le novità.

Coprifuoco. Come in tutte le regioni, il blocco scatterà dalle 22 fino alle 5. In quelle ore, tutti dovranno stare a casa e potranno uscire solo per motivi di lavoro e urgenza. Se bloccati dalle forze dell’ordine, dovranno autocertificare il perché dello spostamento. Il modulo sarà lo stesso utilizzato nelle ultime settimane della precedente serrata nazionale.

Scuole. La didattica a distanza sarà totale negli istituti superiori e nelle università. Addio, quindi, al 75 per cento di queste settimane. È prevista una sola eccezione: lezioni in presenza, sempre e solo in piccoli gruppi, nelle ore di laboratorio. Rimarranno aperti asili, scuole per l’infanzia, Elementari e Medie. Però dai sei anni in su gli alunni dovranno indossare le mascherine anche in classe.

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Bar e ristoranti. Il nuovo Dpcm non ha modificato le regole previste dal precedente decreto: serrande abbassate alle 18 ma fino alle 22 sarà possibile l’asporto anche se nulla, dai cibi alle bevande, potrà essere consumato davanti ai locali. Sempre ammesse le consegne a domicilio. Saranno possibili, le aperture domenicali, ma ogni giorno all’ingresso dovrà essere affisso il numero di posti disponibili. Massimo 4 persone ai tavoli, distanziati comunque di un metro. Mascherina obbligatoria all’interno del locale.

Spostamenti e trasporti. Dalle 5 del mattino alle 22, in Sardegna, saranno sempre possibili gli spostamenti da un Comune all’altro. Per bus e treni la capienza scenderà dall’80 al 50 per cento dei posti. Per quanto riguarda aerei e traghetti, i viaggi dovranno avere per forza una di queste motivazioni: lavoro, studio e salute. I passeggeri in arrivo dovranno, come in passato, registrarsi nella piattaforma «Sardegna sicura», essere autorizzati dalla Protezione civile regionale e avranno l’obbligo della quarantena volontaria. Per quelli in partenza verso Roma non dovrebbero esserci prescrizioni particolari almeno fino a quando Sardegna e Lazio rimarranno entrambe regioni gialle. Sarà molto più complicato viaggiare verso Milano (la Lombardia è zona rossa) e molto dipenderà da quali regole saranno stabilite per gli aeroporti di Linate, Malpensa e Bergamo. C’è un’ultima clausola: il governatore potrà isolare dal resto della regione i Comuni in cui siano accertati focolai presenti per almeno sette giorni. In questo caso, quei territori diventeranno zone rosse da cui sarà vietato entrare e uscire.

Movida e micro zone chiuse. Il coprifuoco alle 22 impedirà qualunque tipo di assembramento. Con la possibilità, lasciata ai sindaci, di chiudere però del tutto strade e piazze a rischio. Dalle 18 in poi, vietato consumare cibi e bevande in giro.

Supermarket e centri commerciali. Per i primi l’unica limitazione sarà – testuale – «dilazionare gli ingressi» e quindi evitare affollamenti nelle corsie e alle casse. I centri commerciali, invece, rimarranno chiusi nei prefestivi, compreso il sabato, e la domenica. Nei fine settimana potranno aprire solo market, farmacie, parafarmacie, edicole e tabaccherie presenti all’interno delle stesse città mercato.

Parrucchieri e simili. Nessuna limitazione è prevista per saloni e centri estetici: potranno continuare a rimanere aperti comunque nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza. Serrande abbassate tutto il giorno per centri benessere e termali.

Teatri e palestre. La chiusura continuerà a essere totale per teatri, cinema, palestre, piscine, discoteche e sale giochi. Azzerati convegni e congressi. Revocata la concessione di aprire gli stadi a mille spettatori per le partite della Serie A di calcio.
 

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