La Nuova Sardegna

Iacoboni: «Funghi e quaglie per ripartire nell’autunno più difficile»

Iacoboni: «Funghi e quaglie per ripartire nell’autunno più difficile»

segue dalla copertina L’altro aspetto da non trascurare è quello di una proposta comunque differente dai ristoranti algheresi che per la maggior parte puntano sulla cucina di mare: «In un ristorante...

06 novembre 2020
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segue dalla copertina



L’altro aspetto da non trascurare è quello di una proposta comunque differente dai ristoranti algheresi che per la maggior parte puntano sulla cucina di mare: «In un ristorante come questo, non è sempre facile far capire che venire qui non significa mangiare poco e pagare tanto. O meglio, è difficile fino a quando uno non viene, si siede e controlla di persona. Attualmente stiamo puntando su degustazioni di piatti a base di funghi, per esempio, o la quaglia. In estate abbiamo fatto le pizze e adesso ci siamo fermati, stiamo riprendendo con gli hamburger. Insomma, non ci fermiamo mai e siamo in continua evoluzione». Anche perché il momento è complicato e anche difficile da interpretare e le ultime disposizioni in tema di coronavirus hanno costretto il mondo della ristorazione a rivoluzionare gli orari e quindi l’offerta: «Per motivi vari abbiamo aperto un po’ tardi, in piena estate, però i risultati sono stati soddisfacenti. Adesso la situazione si sta nuovamente complicando, abbiamo nuovi orari imposti dal Governo, forse la gente esce di meno. Rimaniamo aperti a pranzo anche la domenica e per adattarci alle disposizioni del Governo rimaniamo aperti dalle 10 alle 18, con servizio al tavolo e dalle 19 alle 22 con l’asporto, che facciamo tutto il giorno; in più, è possibile anche fare l’aperitivo». La sua scelta è stata differente anche dal punto di vista della location. Il Fac, per quanto situato in un punto molto suggestivo della città, è lontano dal centro, dove dalla primavera in poi è sicuramente facile intercettare il passaggio della gente e puntare sui numeri. Alla collina di Calabona, proprio all’inizio della litoranea che porta a Bosa, invece devi proprio andare: «Ed è proprio quello che volevamo io, mia sorella e il mio migliore amico quando abbiamo deciso di aprire un locale tutto nostro: venire al Fac deve essere una scelta ben precisa, è un locale semplice ma pensiamo di avere una nostra personalità, vogliamo dare ai clienti una motivazione in più per provare il nostro menu». Un menu che non può non partire, oltre che dalla stagionalità, da un selezione ben precisa delle materie prime: «Il nostro territorio viene al primo posto ma non abbiamo produttori fissi, preferisco guardarmi intorno e puntare sulle produzioni che ritengo più valide. E penso anche che in cucina le materie prime vadano rispettate e valorizzate: una bistecca si può anche trasformare, ma certi tipi di carne li propongo cotti a carbone perché solo così danno il meglio. Anche per la cantina ho una parte comunque dedicata alle produzioni algheresi, come Sella&Mosca e Parpinello, però spazio anche su altri fronti: per esempio, sono molto legato alla cantina Lilliu, in Marmilla, e al birrificio artigianale Isola di Thiesi». Fare ristorazione ai tempi del coronavirus, insomma, è faticoso ma può anche essere gratificante: «Se mi sono pentito di aver aperto il Fac proprio adesso ?– ride Alberto Iacoboni – Assolutamente no. O meglio, non ancora».

Roberto Sanna

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