La Nuova Sardegna

Saras in sofferenza, perdite alle stelle

di Giuseppe Centore
Saras in sofferenza, perdite alle stelle

Nei primi nove mesi dell’anno risultato negativo di 111 milioni e impianti quasi fermi, ma Moratti crede nella ripresa

06 novembre 2020
3 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. Il 2020 è un anno da dimenticare per Saras, che ha chiuso i primi nove mesi con una perdita di 111 milioni di euro, per due terzi a carico del trimestre luglio-settembre. I dati di bilancio presentati ieri fotografano una società in fortissima sofferenza, sia sul fronte della gestione industriale che su quello della posizione finanziaria.

Sullo sfondo solo un aspetto positivo, quello della ricerca legata alla transizione energetica, che potrebbe far cambiare completamente pelle alla Saras. I tecnici Saras stanno lavorando su possibili produzioni di idrogeno a Sarroch, prima “blu”, e cioè usando fonti fossili, poi “verde”, solo con rinnovabili. Sarà un processo lungo qualche decina d’anni, ma potrebbe essere sconvolgente per la raffineria così come la conosciamo.

Tornando ai conti, i numeri sono impietosi. Saras ha perso 111 milioni nei primi tre trimestri dell’anno; ne guadagnava 53 nel 2019. Il dato più significativo è quello legato agli ultimi tre mesi, dove la perdita da sola ha sfiorato i 70 milioni. Se la gestione industriale ha questi dati, quella finanziaria sta anche peggio, e peggiorerà ancora, con una posizione finanziaria netta (la somma algebrica di debiti, attività e liquidità) negativa in soli nove mesi per 413 milioni, a fronte di un dato positivo per il 2019 di 79 milioni. In pratica nel 2020 Saras ha bruciato cassa, toccando anche parte significativa della riserva.

Una situazione che la famiglia Moratti spera di riuscire a invertire con il severo piano di riduzione dei costi, che ha comportato per la prima volta nella sua storia il ricorso alla Cassa Integrazione, sino al prossimo giugno, per tutti i dipendenti del Gruppo. Una scelta che lo stesso Massimo Moratti, ringraziando i dipendenti e i sindacati per il «senso di responsabilità e l’attaccamento all’azienda durante la trattativa», ieri ha definito «dolorosa».

Saras spiega l’azzeramento degli utili e la pesante perdita con il crollo da un lato e la volatilità dall’altro sia del prezzo della benzina che del gasolio le difficoltà sui conti, che sarebbero state ancora più pronunciate se non fossero accaduti due fatti che hanno reso meno drammatico il resoconto economico: il prosieguo della fermata dell’impianto per le benzine sino a giugno (oggetto di manutenzione programmata sino ad aprile) e soprattutto alcune operazioni finanziarie di copertura di rischio e di acquisto di greggio durante i giorni “pazzi” di fine marzo, quando il prezzo del petrolio era andato in territorio negativo. Senza questi due interventi il dato negativo sarebbe stato più marcato. Difficile, ammette Saras, fare previsioni sul futuro. La ripresa forse arriverà nella seconda metà del 2021, ma non si sa quanto sarà robusta. Anche per queste ragioni Saras sta lavorando per rafforzare le sue attuali linee di credito, cioè sta chiedendo altri soldi alle banche e per modificare alcune delle condizioni degli attuali prestiti.

@gcentore. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Elezioni comunali 

Ad Alghero prove in corso di campo larghissimo, ma i pentastellati frenano

Le nostre iniziative