Giunta regionale
Due milioni di euro per interventi nei siti archeologici dell’isola
CAGLIARI. Due milioni di euro per gli interventi di progettazione e realizzazione di campagne di scavo archeologico in siti di significativa rilevanza storica e culturale della Sardegna. Li ha...
08 novembre 2020
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CAGLIARI. Due milioni di euro per gli interventi di progettazione e realizzazione di campagne di scavo archeologico in siti di significativa rilevanza storica e culturale della Sardegna. Li ha stanziati la Giunta regionale su indicazione dell’assessore ai beni culturali Andrea Biancareddu.
«Si tratta di azioni di carattere strutturale per il restauro e il recupero del patrimonio, la messa in sicurezza dei siti e lo scavo archeologico. Più in generale della creazione di spazi idonei anche all’erogazione di servizi finalizzati alla fruizione del patrimonio al pubblico» spiega Biancareddu, che sottolinea come archeologia e paesaggio costituiscano un’offerta culturale di grande qualità e peculiarità che, se opportunamente organizzata anche attraverso l’attivazione di circuiti turistici, diventa un forte attrattore con positive ricadute di tipo economico ed occupazionale.
Tra i siti per i quali è stata segnalata la necessità o addirittura l’urgenza di intervento per ragioni di sicurezza o per rischio di perdita del bene, particolare rilevanza viene data a quelli caratterizzati dalla presenza di testimonianze evidentemente riferibili alle fasi prenuragica e nuragica che costituiscono ancora oggi parte integrante ed essenziale del paesaggio sardo.
Gli interventi riguardano il Nuraghe e villaggio di Palmavera (Alghero), Grutta is Janas di Baunei, la Necropoli di Su Murrone a Chiaramonti, il Complesso paleocristiano di Cornus (Cuglieri), Nuraghe Oes a Giave, il Pozzo sacro Milis a Golfo Aranci, Area archeologica di Monte Tarè e Scerì a Ilbono, il Nuraghe Luche a Illorai, l’area Nuraghe Nolza a Meana Sardo, l’area archeologica di Scaba 'a Cresia-Santu Mraccu a Morgongiori, il Tempio di Demetra a Narcao, Sas Arzolas de Goi a Nughedu Santa Vittoria, il Nuraghe Burghidu a Ozieri, Via Ponte Romano 79 a Porto Torres (dove è stato scoperto un mosaico romano), il Nuraghe Lu Brandali a Santa Teresa Gallura, Villa Romana di Santa Filitica a Sorso e Nuraghe Majori a Tempio.
«Si tratta di azioni di carattere strutturale per il restauro e il recupero del patrimonio, la messa in sicurezza dei siti e lo scavo archeologico. Più in generale della creazione di spazi idonei anche all’erogazione di servizi finalizzati alla fruizione del patrimonio al pubblico» spiega Biancareddu, che sottolinea come archeologia e paesaggio costituiscano un’offerta culturale di grande qualità e peculiarità che, se opportunamente organizzata anche attraverso l’attivazione di circuiti turistici, diventa un forte attrattore con positive ricadute di tipo economico ed occupazionale.
Tra i siti per i quali è stata segnalata la necessità o addirittura l’urgenza di intervento per ragioni di sicurezza o per rischio di perdita del bene, particolare rilevanza viene data a quelli caratterizzati dalla presenza di testimonianze evidentemente riferibili alle fasi prenuragica e nuragica che costituiscono ancora oggi parte integrante ed essenziale del paesaggio sardo.
Gli interventi riguardano il Nuraghe e villaggio di Palmavera (Alghero), Grutta is Janas di Baunei, la Necropoli di Su Murrone a Chiaramonti, il Complesso paleocristiano di Cornus (Cuglieri), Nuraghe Oes a Giave, il Pozzo sacro Milis a Golfo Aranci, Area archeologica di Monte Tarè e Scerì a Ilbono, il Nuraghe Luche a Illorai, l’area Nuraghe Nolza a Meana Sardo, l’area archeologica di Scaba 'a Cresia-Santu Mraccu a Morgongiori, il Tempio di Demetra a Narcao, Sas Arzolas de Goi a Nughedu Santa Vittoria, il Nuraghe Burghidu a Ozieri, Via Ponte Romano 79 a Porto Torres (dove è stato scoperto un mosaico romano), il Nuraghe Lu Brandali a Santa Teresa Gallura, Villa Romana di Santa Filitica a Sorso e Nuraghe Majori a Tempio.