La Nuova Sardegna

La Regione “riscopre” i piccoli ospedali per fronteggiare la seconda ondata

La Regione “riscopre” i piccoli ospedali per fronteggiare la seconda ondata

Lo strano destino di Isili, Ghilarza, Bosa e Muravera: candidati alla chiusura e ora indispensabili nella lotta alla pandemia

10 novembre 2020
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CAGLIARI. Senza coinvolgere i piccoli ospedali sarebbe stato impossibile raddoppiare i posti letto nelle terapie intensive, in quelle sub intensive e nei reparti destinati ai pazienti Covid meno gravi. Bistrattati per anni, condannati alla chiusura da diversi ministri della salute, escluso l’ultimo, ma alla fine neanche uno sbarrato dalla giunta Pigliaru, Isili, Muravera, Ghilarza e Bosa sono ritornati a essere indispensabili. Anzi, necessari per far fronte alla seconda pesante ondata autunnale della pandemia. La giunta Solinas li ha inseriti tutti e quattro nell’ultimo piano straordinario. Oggi i posti letto a disposizione sono diventati 1006, erano 454 a luglio e quindi saranno 552 in più.

Area Nord. Fra Sassari e Olbia l’aumento sarà di 103 unità/ricovero, passando dai 230 attivi o imminente attivazione – com’è scritto nell’allegato alla delibera del 5 novembre – a 342. Nella strategia di apertura modulare, ovvero a seconda dell’andamento dei contagi, a far la differenza saranno sopratutto gli 87 posti in più per la degenza Covid e 8 nella sub intensiva all’ospedale Marino di Alghero. Più i 6 nell’area critica, ma al Civile sempre di Alghero. Mentre per quanto riguarda le cliniche San Pietro dell’Azienda universitaria la disponibilità passerà da 131 a 135 di cui 17 in intensiva e altri 118 fra malattie infettive, ex neurologia, clinica medica e pneumologia. Subito dopo è evidente anche il coinvolgimento del Policlinico sassarese, con un nuovo potenziale fino a un massimo di 70 posti e quindi 30 in più rispetto agli attuali 40. Infine, il Mater Olbia con i suoi 36: sei in intensiva, altrettanti in sub intensiva e 24 (+16) nel reparto malattie infettive.

Area Centro. Per Oristano e Nuoro, dove sono due gli ospedali Covid, San Francesco e San Martino, il potenziale salirà fino a 205 posti letto, erano 68, con un più 137. Il bonus è stato spalmato in gran parte fra gli ospedali di Ghilarza (66 posti letto) e Bosa (41), mentre gli hospital Covid dovrebbero passare da 56 a 80, il San Francesco compresa la tenda nel piazzale deal pronto soccorso, e da 12 a 18 il San Martino.

Area Sud. Fra Città metropolitana di Cagliari, Sulcis Iglesiente e Medio Campidano i piccoli ospedali coinvolti sono quelli di Isili e Muravera, che in dote poteranno 41 posti letto a testa, più Iglesias, 33. Ma non sarebbero comunque stati sufficienti per raddoppiare la disponibilità. Ecco allora l’ingaggio del Binaghi, con i suoi 100 posti letto di degenza, della clinica San Salvatore, 50 di cui 10 in terapia intensiva, e l’apertura di un altro reparto dedicato al Santissima Trinità, ospedale Covid, che passerà da 145 a 162 posti letto di cui 27 in terapia intensiva.

Report Agenas. Per l’Agenzia nazionale che tiene sotto controllo le Regioni ai tempi del Covid, la Sardegna continua a essere oltre la soglia di sicurezza nelle terapie intensive, 32 contro 30. Invece nell’area non critica (sub intensive e ricoveri ordinari) non è cambiato il vantaggio sulla fascia rossa: il 28 per cento di posti letto occupati rispetto alla soglia del 40, con la media nazionale ormai a un passo da uno sconvolgente 50. (ua)

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