La Nuova Sardegna

Satta: «È normale che la gente si rivolga a noi»

Satta: «È normale che la gente si rivolga a noi»

Il consigliere sardista si difende: «Pressioni? Accade sempre quando ci sono problemi»

11 novembre 2020
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SASSARI. Si è sbilanciato meno rispetto al collega Cocciu, ma anche lui ha parlato di “pressioni” da parte del mondo delle discoteche: Giovanni Satta, consigliere regionale sardista, come molti ha visto, lunedì sera, la trasmissione Report: «Ricordo benissimo, ospitai con educazione e gentilezza i due giornalisti, risposi a tutte le loro domande, ma ovviamente hanno visto bene di preparare un servizio fazioso solo per fare “notizia”» .

Satta ricostruisce così il colloqui: «Dissi che era stato un momento particolare. Che l’11 agosto si doveva decidere se continuare a tenere aperte le discoteche o chiuderle. Ho confessato di aver ricevuto tante telefonate da operatori del settore e anche da lavoratori stagionali dipendenti, da San Teodoro, Budoni, Arzachena, tutti preoccupati per il proprio lavoro. Ma le telefonate furono tante anche da parte di molti colleghi di minoranza». Tutto normale, secondo Satta: «Accade sempre , quando si discutono problematiche specifiche. Se si parla di latte o agricoltura ti chiamano i pastori , se si parla di contratto Forestas ti chiamano i dipendenti di forestas e via dicendo. Trovo tutto ciò più che normale in Sardegna, anzi poter discutere con tutti è per me un privilegio. Non sono state vere e proprie pressioni, ma le definirei richieste di informazione».

Il consigliere sardista ricorda che le decisioni spettavano al presidente: «Io o gli altri consiglieri non avevamo l’autorità di decidere come non la abbiamo mai avuta in alcuna ordinanza. Il presidente ha sempre deciso autonomamente, seguendo il suo buon senso ed esercitando una sua prerogativa. Ho detto anche che in quel momento bisognava cercare di bilanciare le due esigenze, che sono poi le stesse alla base di tutte le decisioni prese in Italia e nel mondo in questo momento di crisi, da una parte l’economia e dall’altra la tutela della salute».

Cocciu ha detto anche altro: che si aveva contezza dell’aumento dei contagi. Satta lo smentisce: «Il dato epidemiologico in quel momento era abbastanza rassicurante, l’unico focolaio importante c’era stato all’isola di Santo Stefano, dove non esistono discoteche ma un resort. Quindi la discoteca non era e non poteva essere l’unico luogo di contagi, ma lo erano anche i bar , i ristoranti , i resort e gli hotel . Dissi anche che c’era stato un ordine del giorno firmato anche da Pd e Leu che chiedeva al presidente di salvaguardare i posti di lavoro delle discoteche. Ovviamente, faziosamente, questo non è stato mai citato».

Satta ricord anche che «i locali erano aperti con le dovute limitazioni in Emilia Romagna come in Puglia e nel resto d’Italia . Bastava rispettare le limitazioni di capienza, le distanze e l’uso dei dispositivi di sicurezza. Vi posso garantire che sono stato in un locale di San Teodoro dove tutto era in regola . Il servizio di Report è servito solo a denigrare la Sardegna e farla passare da regione in cui il virus (assente a giugno) è stato importato, a regione che lo ha esportato»

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