La Nuova Sardegna

L'opposizione deposita la mozione di sfiducia a Solinas

Il Consiglio regionale sardo
Il Consiglio regionale sardo

Sottoscritta da centrosinistra e M5S esclusi Stara e Cuccu: "Il governatore deve assumersi la responsabilità politica di aver fatto precipitare la Sardegna sull'orlo del baratro"

12 novembre 2020
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CAGLIARI. Su una giornata che nella politica regionale è stata caratterizzata da botte e risposta fra le fazioni politiche sul tema caldissimo del programma Report e dell'aperura delle discoteche in agosto, piomba la mozione di sifducia depositata oggi 12 novembre a Solinas. «Il presidente della Regione _ si legge nel documento _ si deve assumere la piena responsabilità politica delle decisioni che hanno condotto la Sardegna sull'orlo del baratro a causa del dilagare incontrollato del Covid-19 che ha minato e sta minando il diritto alla salute e le condizioni economiche dei cittadini sardi». La mozione di sfiducia al governatore sardo depositata in Consiglio regionale è stata sottoscritta da 21 consiglieri dell'opposizione di centrosinistra (Pd, Progressisti, LeU) e Movimento Cinquestelle.

Manca solo la firma di Francesco Stara di Italia Viva e di una consigliere del M5s, Carla Cuccu. Il documento delle minoranze ruota attorno all'ordinanza di riapertura delle discoteche datata 11 agosto e alla moltiplicazione, nei giorni successivi, di focolai nelle discoteche dell'isola, in particolare in Costa Smeralda; al parere del comitato scientifico «del quale tuttora non si conosce il contenuto».

In particolare l'opposizione non si spiega come mai il Comitato, solo cinque giorni dopo il parere negativo del 6 agosto, abbia ritenuto che i dati sull'andamento dell'epidemia fossero mutati in positivo. L'opposizione ricorda anche le inchieste per epidemia colposa aperte dalle Procure di Cagliari e Tempio Pausania legate alla decisione di riaprire il locali da ballo.

E, a proposito di questo, in un'intervista a Repubblica Solinas ha affermato che «Il documento del Comitato tecnico scientifico sardo con il parere negativo sull'apertura delle discoteche l'ho letto solo in queste ore, e rientrava in una corrispondenza interna con l'assessorato regionale alla Sanità: era riferito a un'altra vicenda, a delle linee guida mai emanate in seguito. Il 6 agosto non c'era alcuna ordinanza regionale e le discoteche erano aperte in virtù del Dpcm in tutta Italia».

Nell'intervista Solinas denuncia che: «Si è messa in moto la macchina del fango per colpire una regione che è più sana di altre». In merito all'ordinanza regionale sulla riapertura delle discoteche, datata 11 agosto, «il Cts, esprimendosi su altri documenti, aveva proposto sei motivi di criticità, che sono stati tutti soddisfatti nella stesura della successiva ordinanza. Il provvedimento tiene conto, poi, di due elementi fondamentali. Primo, i dati sanitari. Il tasso di contagio era prossimo allo zero. Il secondo è l'ordine del giorno del Consiglio regionale con cui si impegnava la giunta ad adottare atti idonei alla riapertura dei locali».

«Ad avermi convinto più di altri - racconta il governatore - è stato l'intervento di Massimo Zedda dei Progressisti con cui si paventava il rischio di ordine pubblico, oltre che sanitario, per via delle tante feste private e fuori controllo, degli assembramenti in spiaggia e piazze che si sarebbero tenuti nel nostro territorio a ridosso di Ferragosto in caso di mancata riapertura dei locali».

Su questo punto non si è fatta attendere la replica dura di Massimo Zedda. «Il presidente della Regione ascolta poco e non capisce quello che gli si dice. Oppure, come di suo solito, cerca di spostare l'attenzione dalle domande alle quali non risponde da mesi». «Siamo intervenuti per sollecitare il coinvolgimento di prefetti, questori e forze dell'ordine che in quella fase sarebbero stati indispensabili - spiega l'esponente dell'opposizione - lo chiedevano anche i sindaci, che in quelle ore sottolineavano la totale mancanza di controlli».

Poi, «abbiamo chiesto che ogni decisione fosse supportata da un parere del Comitato tecnico scientifico e che la decisione non potesse essere assunta dal Consiglio». Ora, «il presidente deve chiarire se i fatti gravi e inequivocabili raccontati da esponenti della sua maggioranza corrispondano al vero, perché non è possibile gestire i gravi problemi generati da una pandemia mondiale senza la minima trasparenza».

La verità, conclude Zedda, «è che il presidente non ha il controllo della situazione, non solo in questo caso, ma su tutta la gestione della sanità in Sardegna. E continua a non rispondere sulla situazione disastrosa che affrontano le cittadine e i cittadini sardi, i malati, coloro che cercano il vaccino antinfluenzale, le persone chiuse in casa da settimane in attesa di tampone e dell'esito di questo, sulle difficoltà del personale sanitario che opera ogni giorno nei nostri ospedali». (ANSA).

 

 

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