La Nuova Sardegna

Al prossimo rettore: fai di Sassari un ateneo appetibile - IL COMMENTO

Marcello Fois
La sede dell'Università di Sassari
La sede dell'Università di Sassari

L'università deve offrire formazione e rendere il territorio una meta desiderabile

13 novembre 2020
3 MINUTI DI LETTURA





Caro Rettore Futuro dell’Università di Sassari. La domanda delle domande è: perché uno studente di Sondrio dovrebbe venire a studiare nel Capo di Sopra? Si può pensare a un modello competitivo per le università sarde? L’istinto è quello di ragionare sempre e solo limitatamente alla geografia che si ha a disposizione: la Gallura, Alghero, Nuoro, Oristano. La tendenza è quella di parlare e sciorinare massimi sistemi senza arrivare al punto. E il punto resta che un ateneo è un ente trans territoriale dove deve valere la pena di spostarsi, perché rappresenta una garanzia formativa. Ma si può continuare a trattare l’Università come le elementari sotto casa dove ci si iscrive seguendo lo stradario comunale. Oppure scegliere di scardinare questa tremenda mentalità tutta locale, e localistica, per riportare quell’istituzione alla sua qualità etimologica. Università significa luogo franco, ha banalmente a che fare con l’Universo. È un caso che quell’istituzione scolastica si trovi a Sassari o Milano o Cambridge o Cork o Nairobi, quel che conta è il suo contributo formativo alla cultura diffusa, alla crescita, alla ricerca scientifica, dell’universo intero.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:sassari:cronaca:1.39542581:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2020/11/14/news/cosi-l-ateneo-diventera-grande-1.39542581]]

In questo modo, si pensa, è possibile trattare gli studenti universitari come un’evoluzione dello scolaro, come un cittadino dell’universo, appunto, che trova la propria vocazione nello spazio adatto alla sua coltivazione. Le università, nella loro modernissima origine, erano come monasteri: luoghi sparsi per il mondo dove era possibile esercitare al meglio la propria vocazione. Quando si ragiona di territorio trattando di Università si lavora paradossalmente contro il territorio. L’ Università deve preoccuparsi di offrire formazione, di rendere quel territorio qualcos’altro, una meta appetibile, non certo di adeguarsi alle istanze del sindaco X o Y.

Un cambiamento di prospettiva che fa fortissime nel mondo proprio quelle università che si sganciano dai poteri locali e dai lacci e lacciuoli che ne conseguono. Il contributo più alto che offrono tutte le università che funzionano veramente consiste proprio in questa forma di autonomia endemica, in questa precisa capacità di esercitare attrazione a prescindere dallo spazio in cui si trovano. Il contrario è costruire serbatoi locali di incarichi che alla lunga deprimono qualunque appeal formativo. Concluso il Risiko di detti incarichi, si conclude il microscopico dibattito e si rappresenta tutta la propria, depressa, marginalità. Ora c’è chi si accontenta, chi anela a modelli internazionali ma deve fare i conti con la propria mentalità locale. Chi scambia l’Università col solito ente che ha solo diritti, ma nessun dovere. Chi finge uno status e un entusiasmo che non riesce poi a dimostrare nei fatti: pubblicazioni, ricerche, iscrizioni.

Chi usa quello spazio per ribadire il proprio miserevole cabotaggio di piccolo satrapo locale. In realtà l’Università un territorio dovrebbe modificarlo radicalmente, sia psicologicamente, che culturalmente, che praticamente.

Se varrà la pena che uno studente di Sondrio si sposti a Sassari per studiare vorrà dire che quella proposta formativa ha guardato altrove, ma vorrà dire anche essere in grado di farlo viaggiare, accoglierlo in strutture adeguate, proporgli cioè un luogo senza le limitazioni di un luogo. Ma noi viviamo nel paradosso di discutere di una sede universitaria in un aeroporto senza aerei. In cui si pensa alle sedi gemmate come spazi ulteriori di intervento locale, quasi spettasse all’università risolvere il problema dei trasporti pubblici o dello spopolamento. Le università non supportano progetti più o meno arditi di sanità locale. Né hanno la delega dell’Assessorato al Turismo. Le università fanno, o dovrebbero fare, esattamente l’opposto. E quando lo fanno ai massimi livelli, con le persone giuste al posto giusto, con i servizi funzionanti, col desiderio di attrarre eccellenze, rendono centrale qualunque territorio dell’universo, persino Sassari.

©RIPRODUZIONE RISERVATA
 

In Primo Piano
Amministrative

L’annuncio di Massimo Zedda: «Anche Azione mi sosterrà con una lista». I 5 Stelle: «Subito un chiarimento»

di Umberto Aime

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

Le nostre iniziative