La Nuova Sardegna

Usca, la promessa di Temussi «Presto le raddoppieremo»

di Luigi Soriga
Usca, la promessa di Temussi «Presto le raddoppieremo»

Il commissario dell’Ares annuncia nuove assunzioni per il sostegno domiciliare «Siamo pronti, contiamo di aggiungere 40 nuovi medici entro una settimana»

15 novembre 2020
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SASSARI. Dovrebbero essere le prime sentinelle sul territorio per monitorare i pazienti Covid in quarantena, che non necessitano di ricovero ospedaliero. Ma al momento il palesarsi dell’Usca a domicilio equivale a una apparizione miracolosa, come un santo che irrompe nei sogni e ti benedice. Anche il nome evoca un nonsoché di misterioso: Usca. E così rimane per la stragrande maggioranza dei positivi in isolamento volontario: lo sentono chiamare in causa dal medico di base, ma non lo vedranno mai bussare alla propria porta.

«Le raddoppieremo a breve – assicura Massimo Temussi, commissario straordinario dell'Ares (Azienda regionale della Salute) – abbiamo già arruolato i nuovi medici. Fa parte del nuovo piano per l’Emergenza Covid».

Usca non è altro che l’acronimo di Unità Speciali di Continuità Assistenziale. Dovrebbero essere le avanguardie sul fronte virus, i pezzi strategici in questo scacchiere pandemico: quelli che telefonano, video chiamano, e infine entrano fisicamente nelle case, per tastare il polso, misurare la saturazione, toccare lo stato di salute reale di un paziente contagiato, ma soprattutto effettuare un tampone, fornire un responso certo e decretare anche una scarcerazione attesa da settimane. E poi tracciare la diffusione, seguire i contatti, disegnare i confini dei contagi. Ecco, questa prima linea decisiva sul fronte covid, in tutta la Sardegna si riduce ad appena 22 unità. Un numero assolutamente insufficiente, che vengono letteralmente sommerse da un’ondata quotidiana di nuove segnalazioni. Dice Antonello Desole, presidente della provincia di Sassari dei medici di base: «Se noi indichiamo all’Usca 100 famiglie positive, solo 10 vengono di fatto prese in carico. Questo almeno è il riscontro che noi abbiamo dai nostri assistiti».

Il nuovo Piano di Intervento per l’Emergenza tiene conto di queste gravi carenze, che al momento inficiano il tracciamento e contribuiscono a ingolfare i pronto soccorsi. E Massimo Temussi, che quel Piano ha redatto, conosce bene il problema: «Che il sistema delle Usca sia sottodimensionato, è palese. 22 unità in tutta l’isola è un numero del tutto insufficiente. Ed è per questo che l’obiettivo è raddoppiarlo nel più breve tempo possibile. Abbiamo già assunto 110 medici, e contiamo di metterne in campo altri 400. Una parte di questi sarà sicuramente destinato a potenziare le Usca, per le quali contiamo di aggiungere 40 medici nell’arco di una settimana. Dovranno coprire tutto l’arco della settimana, lavorando tutti i giorni». Il reclutamento di personale è a 360 gradi, e nelle Usca andranno a operare prevalentemente medici generici, specializzandi, e quelli che si sono già fatti le ossa con le guardie notturne. Oltre a una minima parte di infermieri. Dovranno apprendere velocemente e molto sul campo, perché l’emergenza non si concilia con i tempi della formazione». «La pandemia – spiega Temussi – è passata sopra ogni programmazione e viaggia velocissima. Stiamo cercando di correre ai ripari nel modo più rapido ed efficiente possibile, creando 220 posti letto più altri 100, aprendo nuove terapie intensive e mettendo in campo altro personale».

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