La Nuova Sardegna

SASSARI. Poco personale ma un grande lavoro quello svolto dalle Usca - le due Unità speciali di continuità assistenziale - del distretto di Sassari con sede a San Camillo. Negli ultimi 15 giorni, i medici e gli infermieri hanno effettuato 366 visite domiciliari ed eseguito 1.824 tamponi rino-faringei: 564 sono stati eseguiti a domicilio dei pazienti, 665 nelle strutture amovibili dedicate al drive-through, 595 agli ospiti e agli operatori delle nove residenze per anziani monitorate. A questi numeri si aggiungono oltre 150 prelievi ematici. Le due Usca operano su 27 Comuni e danno assistenza a una popolazione di 220mila abitanti. A queste due Usca, coordinate dalla dottoressa Maria Giovanna Piluzza, si sommano altre due presenti nei Distretti di Ozieri e Alghero e una quinta Usca pienamente attiva nell'ambito di tutta la provincia di Sassari. Una sesta Usca, inoltre, è stata attivata ed entrerà in funzione nei prossimi giorni. Una volta contattati dai medici di base o dai servizi sanitari territoriali, i componenti delle Usca sentono telefonicamente il paziente per programmare la visita: l’accesso domiciliare spesso vede coinvolti, oltre al paziente, anche i familiari. Durante la visita, gli operatori sanitari effettuano il tampone, prescrivono la terapia se non ha già provveduto il medico e forniscono le indicazioni per la gestione dei contatti all’interno del nucleo familiare. Una volta ricevuto l’esito del tampone, riprogrammano gli esami e sorvegliano l’andamento del quadro clinico e della situazione epidemiologica senza sostituirsi al medico di base che è titolare dell’assistenza del paziente. «Purtroppo le richieste sono numerose e in alcuni casi improprie: le Usca possono essere attivate solo dai medici di famiglia o dai servizi sanitari territoriali. Le altre richieste, seppur prese in carico, comportano un rallentamento nelle procedure sanitarie e gestionali».