La Nuova Sardegna

Notte di rivolta nel Cpa di Monastir

Notte di rivolta nel Cpa di Monastir

Allarme del sindacato polizia. 200 profughi protestano per il rischio pandemia

17 novembre 2020
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MONASTIR. Notte di violenze, con risse e lanci di oggetti, quella fra domenica e ieri, nel centro di prima accoglienza di Monastir. Una parte dei duecento migranti alloggiati nella struttura ha inteso protestare per lo stato di promiscuità in cui devono vivere con soggetti arrivati di recente e a cui non sono stati effettuati i tamponi per il Covid-19. A denunciare l'accaduto è il sindacato di polizia Sap che ha inviato nella mattinata di ieri una nota al questore Paolo Rossi per evidenziare le condizioni in cui sono costretti a operare gli agenti nel dover far fronte a 200 migranti alloggiati nella struttura in piena emergenza sanitaria.

Negli ultimi giorni, con le buone condizioni meteomarine, sono ripresi gli sbarchi nelle coste del sud Sardegna. Il Cpa di Monastir è già al limite della capienza.

«Dalle prime ore della serata di domenica – scrive il segretario provinciale del Sap, Luca Agati – abbiamo gestito violenti scontri con la tensione alle stelle, sono letteralmente saltati gli schemi di controllo. C’è stato un periodo di maltempo durante il quale i numeri dei presenti sono calati tantissimo, periodo che andava sfruttato per pianificare, migliorare gli standard di sicurezza, studiare nuove manovre per rendere il Cpa più sicuro. Invece nulla, abbiamo atteso gli sbarchi, ritrovandoci in pieno allarme riaccendendo fuochi di tensione tra risse, furti, scavalcamenti e fughe».

«Più di ogni altra cosa allarma il problema Covid – aggiunge il sindacalista –. Sono più di quindici giorni che non vengono effettuati i tamponi ai nuovi sbarcati, abbiamo stipate più di duecento persone, giunte in momenti diversi, che vivono in totale promiscuità senza conoscerne le ipotetiche cariche virali. Il Cpa di Monastir è un potenziale focolaio di infezioni anche per gli agenti. Ogni giorno che passa senza i dovuti i previsti accertamenti sanitari, è un giorno di rischio in più, una terribile scommessa con la vita».

«I clandestini come accaduto l'altra notte si armano con oggetti ricavati sul posto, rompono tutto, si propongono con spavalderia, scavalcano in continuazione uscendo dalla struttura – conclude il segretario del Sap – . Per lo più sono algerini partiti da Annaba, provengono da una nazione che sta vivendo un considerevole aumento dei casi di contagio con quasi settantamila positivi e più di duemila morti solo nella giornata di ieri». (lu.on.)

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