La Nuova Sardegna

Pirri, crolla un balcone 52enne muore schiacciato

di Luciano Onnis
Pirri, crolla un balcone 52enne muore schiacciato

La vittima è un impresario di Gesico che effettuava dei lavori sotto il palazzo Ferito gravemente il nipote 18enne che lo aiutava. Aperta un’inchiesta

17 novembre 2020
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CAGLIARI. Schiacciati nel crollo di un balcone mentre ci lavoravano sotto con un martello pneumatico: uno dei due operai è morto, l’altro è stato portato in ospedale in gravi condizioni. Una tragedia assurda, come quasi sempre sono le morti bianche sul lavoro, quella avvenuta ieri mattina a Pirri nel cortile interno di una palazzina di due piani in via Tamburino Sardo. La vittima si chiamava Antonello Zedda, 52 anni, era un piccolo impresario edile di Gesico; il ferito è il nipote Francesco Zedda, 18enne.

Un cedimento strutturale praticamente annunciato: il balcone, di circa tre metri per uno, è crollato in un unico blocco staccandosi dalla parete laterale e da quella frontale cui era poggiato senza un solo ferro di ancoraggio alla struttura del fabbricato e attaccata appena con malta cementizia alla scanalatura sul muro. Dall’altro lato inferiore poggiava debolmente su un sottile muretto di mattoni. A detta dei tecnici, non appare giustificabile come un manufatto del genere, del peso di qualche quintale, possa essere stato solo poggiato a due pareti avendo praticamente come sostegno a terra in una sola estremità un muretto di laterizi. Si ha ragione di temere – come è stato rimarcato – che anche l’altro balcone al secondo piano sovrastante quello crollato, abbia la stessa fragilità e possa essere soggetto a eguale rischio.

La magistratura ha posto sotto sequestro il sito e affidato l’inchiesta sull’accaduto ai carabinieri di Pirri e ai tecnici ispettori dello Spresal della Assl di Cagliari che dovranno verificare le condizioni di sicurezza esistenti nel cantiere e accertare eventuali responsabilità.

L’impresario edile di Gesico aveva avuto l'incarico di effettuare alcuni interventi all’esterno della palazzina e ieri di buon mattino era sul posto assieme al nipote manovale. Una parte dei lavori ha comportato l’utilizzo del martello pneumatico per smantellare parte della pavimentazione sotto il balcone del primo piano e il 52enne a questo stava provvedendo. Quel che è poi capitato si può intuire: le percussioni del potente attrezzo meccanico hanno causato forti vibrazioni anche sulle pareti dell’edificio e sullo stesso balcone, tanto da provocarne il cedimento in un unico blocco. Il manufatto si è abbattuto con tutto il suo peso su Antonello Zedda, colpito in pieno, e sul nipote Francesco, poco distante verso l’esterno, ma quanto è bastato per non fare la stessa tragica fine dello zio. Sono scattati i soccorsi e sul posto sono arrivati 118, carabinieri e vigili del fuoco. Sono stati questi ultimi a estrarre dalle macerie, con l’uso di cuscini di sollevamento e di divaricatore idraulico, i due corpi. Ma per uno dei due malcapitati, Antonello Zedda, non c’era più niente da fare, mentre il giovane nipote Francesco, con un trauma toracico, è stato portato all’ospedale Brotzu, dove è arrivato con un codice rosso ma vigile. La sua testimonianza sarà utile per cicostruire l’episodio con maggiore esattezza.

Su questa nuova disgrazia sul lavoro hanno preso posizione i sindacati degli edili Filca Cisl e Feneal Uil, Marco Ambu e Gianni Olla. «È ora di dire basta a questa mattanza di lavoratori nei cantieri edili, basta con queste stragi quotidiane», ha detto Olla, mentre per Ambu «non si può fare a meno di denunciare ancora una volta come queste tragedie non siano più tollerabili». Cordoglio è stato espresso dal presidente del Consiglio regionale Pais alla famiglia della vittima.

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