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Dalla politica al ristorante la nuova vita di Puddu

di Silvia Sanna
Dalla politica al ristorante la nuova vita di Puddu

Ex sindaco 5 stelle di Assemini, era stato candidato alla presidenza della Regione Poi la condanna in tribunale e il passo indietro «ma resto fedele al Movimento»

18 novembre 2020
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SASSARI. Due chiacchiere con chef, pizzaioli e caposala, lo scambio di messaggi con i dipendenti a casa in cassa integrazione. E poi in giro tra i tavoli, a distribuire ai clienti sorrisi filtrati dalla mascherina. È la nuova vita di Mario Puddu in versione imprenditore, alle prese con l’altalena di aperture e chiusure dettate dalla pandemia. Una vita certamente diversa, ma chissà se più bella o più brutta. Perché l’altra, quella su cui Puddu ha messo una pietra sopra la mattina del 18 ottobre di due anni fa, in realtà non è mai iniziata. Ex sindaco di Assemini, stella luminosa del Movimento 5 stelle che al tempo volava oltre il 40% di preferenze, Puddu era stato scelto come candidato governatore per le Regionali in programma a febbraio 2019. Quelle vinte dal centrodestra guidato da Christian Solinas in cui il Movimento arrivò solo terzo dopo il centrosinistra di Massimo Zedda. La mattina del 18 ottobre Puddu fece dieci passi indietro: condannato a un anno per abuso di ufficio dal tribunale di Cagliari, ritirò la sua candidatura. E chiuse la porta alla politica. Due anni dopo, con una sentenza d’appello vicina, Puddu gestisce insieme a tre soci due ristoranti nella sua Assemini, la cittadina che – caso più unico che raro in Italia – è guidata da un sindaco grillino da due legislature.

La vita cambia in un minuto. Sono le 10 del mattino, Mario Puddu è in aula accanto al suo avvocato di fiducia Luigi Sanna. È sereno, non immagina che avrebbe ripensato a quel giorno «come a uno dei più brutti della mia vita». Già, perché «quando sento il giudice pronunciare la parola “condanna” per me è una botta fortissima. Non me l’aspettavo, ero convinto che le cose sarebbero andate diversamente. Se avessi avuto la percezione di un esito negativo avrei fatto altre scelte da prima, non avrei accettato la candidatura alla presidenza della Regione, non avrei messo il Movimento – al quale ero e sono legatissimo – in una situazione spiacevole, con un candidato condannato da cambiare in corsa». Quando il giudice legge la sentenza, Puddu capisce che bastano 60 secondi per dirottare il percorso di una vita. Quando esce dal tribunale, sa cosa fare. E si affaccia incerto su un futuro tutto da riscrivere.

La scelta. L’ora di pranzo si avvicina e al ristorante-pizzeria El Carnicero lungo la statale 130 si aspettano i clienti. Nella sala da oltre 250 coperti Mario Puddu si muove a suo agio. «Mi piace, faccio questo lavoro con passione. La parte che preferisco è il contatto umano». Chissà se l’altra vita sarebbe stata più bella: «No du sciu (non lo so)», risponde Puddu con quell’intercalare campidanese che ritorna spesso. «È la mia prima lingua, l’ho imparato da piccolo perché i miei genitori in casa parlavano tra loro in sardo». Ed è talmente affezionato che alcune sue frasi sono diventate tormentoni nella rete. Nel 2016 quando a Cagliari arrivò il presidente del Consiglio Matteo Renzi per incontrare i sindaci della città metropolitana, Mario Puddu fu l’unico a non presentarsi. E gli mandò a dire alligera su logu (lascia il luogo leggero, allontanati da qui): l’hashtag divenne virale in un amen sui social. «Non sopportavo – e non sopporto ancora – Renzi, andava in giro per promuovere il referendum costituzionale, i suoi interessi. Decisi di non prestarmi al gioco». Questo e altri aneddoti ritornano spesso tra i tavoli del ristorante, evocati dai clienti che la storia di Puddu la conoscono. E tanti ricordano il giorno della sua elezione a sindaco di Assemini, quando per l’occasione indossò l’abito della festa: la maglia del Cagliari dello scudetto.

Storie di passioni. Il calcio è la droga sana di Mario Puddu, innamorato del Cagliari e soprattutto di Gigi Riva. Passione antica e intramontabile, come quella per la politica. A entrambe giura fedeltà. «La fede politica è come quella calcistica, non si cambia mai. A meno che non sia la squadra a farlo». E il Movimento 5 stelle di cambiamenti in due anni ne ha fatto tanti. «Tutta la politica si è trasformata, soprattutto grazie al Movimento. Che ha dovuto compiere scelte difficili e a volte impopolari. Ma è chiaro che dopo il voto di marzo 2018 (le Politiche ndr), M5s non poteva non stare al governo. La vera sfida – aggiunge Puddu – non è data dalle alleanze ma dalla capacità di restare fedeli ai propri principi. E io penso che tra mille contraddizioni ci stiamo riuscendo». Il problema è convincere gli elettori, che dopo il botto delle Politiche sono evaporati. Già alle Regionali 2019 M5s, reduce dal botto del 42% alle Politiche, si è fermato al 12%. Le ultime competizioni – come le amministrative – hanno certificato la polverizzazione del consenso. «La prima alleanza con la Lega non è mai stata capita. In quel momento era l’unica soluzione per andare a governare. Ma Salvini è stato un rullo schiacciasassi, ha ribaltato le percentuali del consenso». Se prima di quel 18 ottobre, prima della sentenza, Mario Puddu era considerato il probabile futuro governatore della Sardegna, già dopo poche settimane l’esito era tutt’altro che scontato. «Non so se avrei vinto, mancavano 5 mesi al voto. Percepivo una bella atmosfera ma il vento ha iniziato presto a girare in senso contrario. E l’effetto Salvini ha portato in trionfo Solinas».

Il nuovo Puddu. Calcio e politica, ma non solo. Alle passioni non ci sono limiti e l’ultima in ordine di tempo è quella per la ristorazione. Durerà? «Chissà, non mi pongo limiti. Di definitivo non c’è nulla, tutto può cambiare. Ragiono sul presente, poi si vedrà». E il presente è quello di un imprenditore come tanti alle prese con le difficoltà straordinarie create dal Covid. «A maggio, dopo il lockdown, credevamo di avere superato la collina. Invece siamo di nuovo al punto di partenza. Ma con la speranza di venirne fuori, soprattutto per garantire continuità lavorativa all’intera squadra». Circa 25 dipendenti, distribuiti nelle due attività: l’altra, sempre ad Assemini, è stata momentaneamente chiusa «quando sono scattate le nuove restrizioni, Faremo un altro restyling dopo quello della primavera, per farci trovare ancora più pronti». Ora tutto l’impegno è concentrato a El Carnicero: «Per cena lavoriamo con l’asporto – dice Mario Puddu – e la consegna a domicilio. Ce la faremo». Però ammette di non avere capito gli ultimi provvedimenti del governo amico. «Nel nostro settore la sicurezza è garantita, i controlli sono rigorosi. Ora non illudeteci sulle riaperture a Natale, non fate annunci senza certezze». Insomma fate i bravi politici, se siete in grado.

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