Omicidio stradale, patteggia 3 anni
Gonnesa: sotto l’effetto di stupefacenti aveva provocato la morte di un 20enne
21 novembre 2020
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CAGLIARI. Tre anni di reclusione è la pena patteggiata da Alessandro Zedda (24 anni) di Iglesias finito davanti al tribunale con l’accusa di omicidio stradale per aver provocato la morte del ventenne Alberto Riccaboni mentre conduceva un’auto sotto l’effetto di stupefacenti, l’11 marzo 2018 sulla statale 126 nei pressi di Gonnesa. La pena è stata concordata con il pm Marco Cocco e formalizzata ieri mattina dal gup Giorgio Altieri. La famiglia Zedda è stata risarcita dalla compagnia assicuratrice con l’assistenza dello studio 3A-Valore spa. Ad aprile del 2018 la difesa di Zedda aveva chiesto al giudice di patteggiare una pena di due anni, ma l’istanza era stata respinta. Tra rinvii e sospensioni delle udienze a causa della pandemia, soltanto ieri l’accordo tra accusa e difesa è stato raggiunto e ratificato.
L’incidente si verificò alle 11.30 del mattino: Zedda rientrava al volante di una Nissan Note alla sua casa di Iglesias insieme a tre compagni di squadra dopo aver giocato una partita di calcetto. Uno di questi era Riccaboni, che viaggiava sul sedile posteriore. All’uscita da una curva, Zedda avrebbe perso per qualche istante il controllo dell’auto invadendo la corsia opposta proprio mentre sopraggiungeva una XSara condotta da un quarantaseienne di Gonnesa, su cui viaggiava anche la figlia di dieci anni. L’impatto fu terribile e ad avere la peggio fu Riccaboni, che finì all’ospedale Brotzu in condizioni disperate per un fortissimo trauma cranico. Il giorno dopo il giovane cessò di vivere. Gli esami tossicologici cui venne sottoposto Zedda aggravarono la sua posizione: mentre guidava la Nissan era sotto l’effetto di stupefacenti. Da qui l’accusa di omicidio stradale e il patteggiamento della pena, arrivato due anni più tardi.
L’incidente si verificò alle 11.30 del mattino: Zedda rientrava al volante di una Nissan Note alla sua casa di Iglesias insieme a tre compagni di squadra dopo aver giocato una partita di calcetto. Uno di questi era Riccaboni, che viaggiava sul sedile posteriore. All’uscita da una curva, Zedda avrebbe perso per qualche istante il controllo dell’auto invadendo la corsia opposta proprio mentre sopraggiungeva una XSara condotta da un quarantaseienne di Gonnesa, su cui viaggiava anche la figlia di dieci anni. L’impatto fu terribile e ad avere la peggio fu Riccaboni, che finì all’ospedale Brotzu in condizioni disperate per un fortissimo trauma cranico. Il giorno dopo il giovane cessò di vivere. Gli esami tossicologici cui venne sottoposto Zedda aggravarono la sua posizione: mentre guidava la Nissan era sotto l’effetto di stupefacenti. Da qui l’accusa di omicidio stradale e il patteggiamento della pena, arrivato due anni più tardi.
