La Nuova Sardegna

Il sindaco di Olbia: «Resto fedele al Cavaliere, chi se ne va è un traditore»

Alessandro Pirina
Il sindaco di Olbia Settimo Nizzi
Il sindaco di Olbia Settimo Nizzi

Nizzi: bene Solinas ma alla giunta servirebbe uno scossone

22 novembre 2020
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SASSARI. In Forza Italia è un fuggi fuggi generale. Chi va verso Salvini, chi verso Meloni. A livello nazionale come nell’isola. Ma lui il Cavaliere non lo tradisce. Lui resta ancorato a quel partito con cui è sceso in campo per la prima volta alle regionali del 1994. Settimo Nizzi è il simbolo di quella Forza Italia che resiste alle sirene alleate. Ed è da questa posizione di forza che il sindaco di Olbia si può permettere di bollare come traditore chi lascia il partito, giudicare inopportune le parole di Cappellacci e invitare Solinas a dare uno scossone alla giunta.

Nizzi, numerosi esponenti forzisti lasciano Berlusconi per Salvini e Meloni. Da ultima Laura Ravetto. Che idea si è fatto?

«Chi tradisce dopo avere ottenuto tanto dal partito dimostra quanto vale. Uno che si vende per un tozzo di pane riflette all’esterno il proprio valore umano. Ma per fortuna gli italiani sono molto meno distratti di quanto la gente possa pensare».

Ce l’ha anche con il sindaco di Oristano, Andrea Lutzu, passato a Fratelli d’Italia?

«A me dispiace che Lutzu abbia lasciato, ma ha fatto un errore. Le battaglie si fanno dall’interno. Quando cambi casacca solitamente non sei gradito dagli inquilini titolari della casa che ti accoglie e chi ti ha sempre sostenuto non lo farà più perché ti percepisce come traditore».

Sul caso discoteche il coordinatore Ugo Cappellacci ha scaricato il capogruppo Angelo Cocciu, che invece lei ha difeso.

«Uno che ha responsabilità di partito deve soppesare le cose che dice e che fa, soprattutto quando va a usare termini abbastanza pesanti. Da parte sua sarebbe stato auspicabile un diverso atteggiamento».

Dall’esterno Forza Italia sembra un partito allo sbando.

«Il partito non è allo sbando. Ci sono uomini che hanno questa fede, che interpretano la politica come missione e senso di appartenenza spiccato e sono refrattari ai cambi di casacca. Sono da sempre un uomo di partito, da sempre di Forza Italia e lavoro per Forza Italia».

Mai avuto la tentazione di lasciare Berlusconi?

«È una cosa che non può esistere. Gli ideali che incarna il presidente Berlusconi sono gli ideali della mia vita, del mio modo di vivere: libertà assoluta e lavorare. E prima di tutto l’interesse della comunità, prima anche di quella del partito».

Sul caso balneari si è scontrato pesantemente anche con big forzisti come Gasparri.

«C’è un piccolo problema: eu aia rasgioni, l’alti no (io avevo ragione, gli altri no, ndr)».

Berlusconi è convinto che Forza Italia possa riprendersi la leadership del centrodestra.

«Le ultime esternazioni di Berlusconi fanno emergere lo spessore dello statista e dell’essere umano. Fanno vedere che per Forza Italia conta di più mettere in sicurezza la nostra Italia, i nostri concittadini rispetto alla voglia di primeggiare come partiti. Sono convinto che riprendere i voti del passato verrà da sé. Quando un uomo governa bene, come ha fatto il presidente Berlusconi, gli italiani lo guardano di buon occhio. Soprattutto in questo periodo in cui il governo si trova in difficoltà e noi dobbiamo pensare più agli italiani anziché a fare cadere l’esecutivo. La verità è che non doveva nascere alcun governo dopo le elezioni e si doveva tornare a votare. Invece, la forza politica che si era presentata con noi (la Lega, ndr) ha dato vita al primo governo Conte. Non è che quando loro fanno una cosa va bene, quando la fanno gli altri non più».

Quindi, ben venga il sostegno di Forza Italia al governo Conte?

«Io dico che è un periodo tragico per gli italiani e bisogna salvare l’Italia. È sotto gli occhi di tutti che alcuni partiti siano incapaci di gestire la cosa pubblica, ma siamo in un periodo di piena emergenza. E a tal proposito è assurdo che non si ricorra al Mes. Questi cazzoni - scriva proprio così - continuano a volersi buttare sul Recovery fund ma con il veto di due Paesi importanti non si può fare. Il Recovery passa solo se c’è unanimità. Invece, se prendessimo i soldi del Mes avremmo già 37 miliardi per la sanità».

Alle ultime comunali il centrodestra ha perso tre ballottaggi su tre.

«Il popolo giustamente vuole essere amministrato, vuole una guida. Le altre considerazioni le lascio a lei».

Il ko alle comunali è stata anche una sconfitta per la giunta Solinas?

«Non è una sconfitta. Io credo che Solinas sia un ottimo presidente. Gli eletti sono ancora troppo giovani per avere l’esperienza amministrativa necessaria. Da qui al termine della legislatura avremo sia una giunta che un consiglio di centrodestra ricco di esperienza».

Dunque, ci sarà un rimpasto?

«Qualche accorgimento bisogna assolutamente prenderlo. Anzi, faccio una preghiera: acceleriamo gli atti amministrativi, siamo lenti nel portarli a termine. Se diamo una accelerata io penso che i cittadini sardi saranno contenti di avere votato per questi partiti. Ma lo scossone è necessario».

Capitolo Olbia, dove lei governa con un monolite forzista. O meglio nizziano. E intanto per le comunali di giugno le altre forze del centrodestra guardano anche verso il centrosinistra e i 5 stelle.

«Non so chi o cosa guardino, quel che è certo è che il centrodestra è unito da tutte le parti. Le scelte politiche sulla città di Olbia saranno assunte in maniera consapevole e seria dai partiti a livello nazionale e soprattutto regionale. Sarà dunque una partita in cui sono sì importanti le figure locali, ma le decisioni saranno di tipo nazionale e regionale».

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