La Nuova Sardegna

Negli estrogeni femminili l’arma per frenare il Covid

Negli estrogeni femminili l’arma per frenare il Covid

Studio dell’università dell’Illinois coordinato dall’oristanese Graziano Pinna. Le future mamme sono le meno colpite. L’importanza dell’alimentazione

25 novembre 2020
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SASSARI. Fermare sul nascere l’aggressività di un virus spietato come Covid-19 potrebbe non essere impossibile. Uno studio portato avanti dal professor Graziano Pinna, un ricercatore oristanese con cattedra a Chicago, alla University of Illinois, svela che negli ormoni femminili potrebbe nascondersi una potenziale cura per tenere a bada il flagello che ha messo sotto scacco il mondo. Lo studio è stato pubblicato sull’ultimo numero sulla rivista “Trends in Endocrinology and Metabolism” ed è basato sull'analisi di una vasta mole di dati raccolti su pazienti Covid di entrambi i sessi e, in particolare, su gestanti positive al virus, alla fine della gravidanza e dopo il parto.

L’equipe di Graziano Pinna è partita dal fatto che il Covid si manifesta gravemente e più spesso con esito fatale negli uomini e nelle persone anziane, mentre le donne in età fertile risultano più protette. Questo suggerisce che siano proprio gli ormoni sessuali femminili (estrogeni e progesterone) a svolgere un ruolo protettivo. «Siamo partiti – spiega il ricercatore oristanese – dall'osservazione di gestanti positive ma asintomatiche, che però si sono aggravate subito dopo il parto, quando, cioè, fisiologicamente si ha un calo brusco dei livelli di progesterone. Gli ormoni che sostengono la gravidanza sono infatti a livelli 100 volte più elevati nel terzo trimestre e calano rapidamente in coincidenza del parto».

«Non a caso – continua Pinna – le donne incinte hanno un rischio di morire di Covid 15 volte inferiore rispetto alle altre donne. Questo perchè gli steroidi riproduttivi femminili, in particolare gli estrogeni, il progesterone e il suo metabolita allopregnanolone, svolgono funzioni antifiammatorie, rimodellano la competenza delle cellule immunitarie, stimolano la produzione di anticorpi, promuovo la riparazione delle cellule epiteliali respiratorie e inibiscono il recettore Ace2, la porta di accesso utilizzata dal Covid per infettare l’organismo». Da qui la conclusione che proprio questi ormoni possono trasformarsi in un’arma straordinaria per sconfiggere il virus.

Come? Intanto - è la conclusione della ricerca - cominciamo a fare attenzione a quello che mangiamo. L’alimentazione può svolgere un ruolo importante ed è utile arricchire le diete con fitoestrogeni presenti in vegetali come soia, lenticchie e avena. I fitoestrogeni hanno infatti la capacità di legarsi direttamente ai recettori degli estrogeni umani e possono dare una mano importante nell’elevare le barriere immunitarie. Il suggerimento è, dunque, di stare attenti a quello che portiamo in tavola perchè, in attesa del vaccino, è possibile rendere la vita più difficile al Covid rafforzando le difese del nostro organismo ed evitando di indebolirlo con cibi grassi o il fumo. In fondo lo studio conferma quello che già dicevano le nostre nonne (forse per consolarsi dell’abbondanza delle cicogne): la gravidanza fa bene.
 

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