La Nuova Sardegna

negli ospedali la “catena del freddo” 

Presentato il piano vaccini Prime 80mila dosi a gennaio

Presentato il piano vaccini Prime 80mila dosi a gennaio

CAGLIARI. La Sardegna ha un suo piano per conservare, a meno 75 gradi, e poi distribuire le prime 80mila dosi del vaccino anti-Covid della Pfizer. L’assessorato alla sanità l’ha inviato al...

25 novembre 2020
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CAGLIARI. La Sardegna ha un suo piano per conservare, a meno 75 gradi, e poi distribuire le prime 80mila dosi del vaccino anti-Covid della Pfizer. L’assessorato alla sanità l’ha inviato al commissario straordinario per l’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, ed è una delle 13 Regioni che ha rispettato la scadenza. Tutte le altre sarebbero ancora molto indietro.

L’arrivo. Le dosi dovrebbero arrivare in Sardegna ai primi di gennaio e – stando alle indicazioni della casa farmaceutica – «ogni persona dovrà essere vaccinata due volte» per garantire il massimo dell’efficacia. Quindi, all’inizio della campagna, saranno non più di 40mila i sardi sottoposti alla profilassi, il 2,5 per cento della popolazione. Esiste da tempo anche una sorta di scala delle priorità seppure non ancora ufficiale. I primi ad essere vaccinati saranno medici e infermieri in servizio negli ospedali, poi gli anziani ospiti delle residenze sanitarie assistite. Perché? Secondo l’Istituto superiore di sanità, sarebbero proprio queste le categorie più a rischio e la decisione è arrivata dopo aver analizzato quanto accaduto nella prima fase della pandemia.

La catena. L’assessorato alla sanità ha confermato di avere a disposizione, negli ospedali, le celle frigorifere in grado di conservare il vaccino a meno 75 gradi centigradi, come prescritto dalla Pfizer. A sua volta la multinazionale ha ribadito che consegnerà le scatole del vaccino, in tutto oltre 970 dosi per ogni confezione, in «borse frigo dove potranno essere conservate massimo per 15 giorni». Domani, in una riunione con il commissario Arcuri, le 13 Regioni dovranno presentare nel dettaglio la cosiddetta catena del freddo.

La somministrazione. I punti in cui sarà possibile vaccinarsi dovrebbero essere uno per provincia, almeno sono state queste le ultime indicazioni del ministero della Salute. Le indiscrezioni sul Piano della Sardegna confermerebbero una suddivisione in otto centrali, seguendo la nuova mappa degli enti locali, e quindi all’incirca una ogni 200mila abitanti. Le postazioni dovrebbero essere negli ospedali Covid dove saranno vaccinati medici e infermieri. Poi ci sarà una postazione mobile per raggiungere le residenze sanitarie censite dalla Regione. «I drive-through saranno fondamentali – è scritto nel Piano nazionale – per garantire il massimo della copertura».

L’annuncio. Il commissario Arcuri, però, ha detto che «saranno necessari ancora diversi mesi prima che cominci la vaccinazione di massa». Sarà possibile, ha aggiunto, solo «quando avremo a disposizioni anche le dosi prodotte da altre case farmaceutiche, oltre alla Pfizer». Una data nazionale comunque è stata ipotizzata dallo stesso Arcuri: «Cominceremo su larga scala all’inizio di settembre dell’anno prossimo».

Le aspettative. Il vaccino della Pfzier non sarà l’unico a disposizione fra qualche messe. Sono almeno altri quattro quelli su cui s’è incentrata l’attenzione dell’Unione europea, che si occuperà delle forniture per tutti i Paesi. Il secondo vaccino in rampa di lancio è quello sperimentato finora con successo dal binomio Oxford University-AstraZeneca. Garantirebbe una forte risposta immunitaria nelle persone anziane, oltre il 95 per cento. Tra l’altro dovrebbe essere proprio questo il farmaco scelto dalla Commissione europea per gli acquisti di massa. Subito dopo Natale dovrebbe arrivare il via libera anche per le dosi prodotte dall’accoppiata Biontech-Moderna. Infine è avvolta nel mistero la corsa della Cina, con cinque vaccini ufficiosi, e della Russia, che con enfasi ha battezzato il suo con lo stesso nome della storica navicella spaziale Sputnik. (ua)

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