La Nuova Sardegna

Rubinetti chiusi per l’agricoltura

Rubinetti chiusi per l’agricoltura

Consorzi di Bonifica alla Regione: «Mancano 19 milioni, irrigazione a rischio»

26 novembre 2020
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CAGLIARI. La Giunta non ha inserito nell’assestamento di bilancio i 19 milioni che i Consorzi di bonifica vantano nei confronti di Enas (che produce l’acqua grezza) per il ristoro dei costi energetici. «I nostri enti ora rischiano il collasso finanziario e potrebbero interrompere nei prossimi giorni l'irrigazione nelle campagne, con conseguenze devastanti per l'agricoltura di tutta l'isola». A lanciare il grido d’allarme è Pietro Zirattu, presidente di Anbi Sardegna, l'associazione che tutela e rappresenta i consorzi di bonifica dell'isola. Negli scorsi mesi, Anbi ha scritto più volte alla Regione per sollevare il problema e segnalare il rischio di uno stop alle attività: «Per i Consorzi, provati da oltre tre anni di mancati ristori – scrive Zirattu – questa condizione è diventata insostenibile e pregiudizievole della loro tenuta economica e finanziaria, tanto da precludere, in taluni casi, ogni tipo di programmazione per l’avvio della nuova stagione irrigua e pregiudicare anche l’erogazione di acqua potabile per diversi territori. Servizio oggi garantito dagli impianti di pompaggio dei consorzi». In media i sette enti di bonifica della Sardegna spendono 8 milioni di euro all'anno per erogare l'acqua in 170mila ettari infrastrutturati di territorio, con una rete di quasi 12mila chilometri di condotte, 110 vasche di accumulo, 106 impianti di sollevamento e 16 idrovore.

Ad agosto era stato chiesto alla Regione di trovare una soluzione definitiva al mancato ristoro dei costi energetici sostenuti per l'erogazione dell'acqua irrigua, secondo quanto previsto da una legge regionale del 2008. «Dopo tante interlocuzioni, vediamo che nella Manovra non c’è traccia di quelle risorse. Dobbiamo registrare che il mancato inserimento dei fondi porterà all’impossibilità di erogare l’acqua necessaria – prosegue il presidente di Anbi – , con effetti pesanti sulle campagne. Chiediamo alla Giunta di cambiare rotta: ci dispiace che, oltre al danno economico, in questo modo non sia riconosciuto il nostro ruolo più ampio. I Consorzi per loro natura non sono meri distributori di acqua ma assolvono fin dalle origini compiti ben più nobili. È arrivato il momento di valorizzare la nostra storica presenza in Sardegna».



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