La Nuova Sardegna

Tamponi dai medici di base c’è l’accordo con la Regione

di Alessandro Pirina
Tamponi dai medici di base c’è l’accordo con la Regione

Intesa tra assessorato e Fimmg: Ats e Comuni metteranno a disposizione le sedi No ai test rapidi su richiesta del paziente, prevista la possibilità di farli a domicilio

28 novembre 2020
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SASSARI. I medici di famiglia si erano fin da subito detti pronti a fare i test rapidi, ma avevano chiesto alla Regione di metterli nella condizione di operare in sicurezza. Questa garanzia è arrivata e ieri i medici hanno firmato l’accordo che prevede l'utilizzo da parte di questi ultimi di tamponi antigenici rapidi durante l'attività ambulatoriale o domiciliare a favore dei propri assistiti. L’intesa è stata siglata dalla Regione con la Fimmg, la principale organizzazione sindacale dei medici di medicina generale.

Le modalità. In base all’accordo il medico di base esegue i tamponi antigenici ai contatti stretti asintomatici da lui individuati o segnalati dal Dipartimento di prevenzione in attesa di tampone rapido, ai casi sospetti di contatto che lo stesso medico si trova a visitare e che decide di sottoporre a test rapido, ai contatti stretti asintomatici allo scadere dei dieci giorni di isolamento e identificati in base ad una lista trasmessa dal Dipartimento di prevenzione. L'accesso dei pazienti dovrà avvenire su prenotazione e previo triage telefonico e valutazione clinica, e in ogni caso i test antigenici non possono essere oggetto di richiesta da parte del paziente.

La sede dei test. Era una delle questioni più controverse, perché la maggior parte dei medici di famiglia preferiva che l’esecuzione dei tamponi rapidi si svolgesse al di fuori dei propri studi. D’altronde, lo stesso accordo nazionale tra il ministero e la Fimmg prevede che le regioni organizzino i test rapidi in sedi messe a disposizione da aziende e agenzie sanitarie. E questo passaggio, irrinunciabile per i medici di famiglia, è stato accolto dall’assessorato alla Sanità. E così per l’effettuazione dei tamponi antigenici - recita l’intesa siglata ieri - saranno individuate strutture fisse o mobili rese disponibili dai Comuni o dalle aziende sanitarie, anche a seguito di specifici accordi tra Regione e Anci, che saranno messe a disposizione dei medici di medicina generale che non eseguiranno i test presso il proprio studio professionale. A gestire il tutto sarà la stessa azienda sanitaria.

Tamponi a domicilio. L’accordo prevede anche che i medici possano dare la disponibilità a effettuare i tamponi al domicilio del paziente, con l’eventuale coinvolgimento delle Unità speciali di continuità assistenziale (Usca), fatta salva la disponibilità delle stesse alla luce degli impegni da assolvere e comunque previo assenso dell’Ats. Nel caso in cui i medici necessitino di forme di assistenza nel processo di vestizione e svestizione per l’effettuazione dei test, è garantito il supporto dell’Ats.

No di Snami. L'accordo Regione-medici di base è stato firmato solo da Fimmg ma è valido erga omnes. «Una pagina vergognosa del sindacalismo sardo – commenta il presidente di Snami Domenico Salvago –. Di fatto si sta costringendo tutta la medicina di famiglia, anche chi non è d'accordo, a farsi carico di un'incombenza pericolosa». Un'obbligatorietà «deleteria» per i medici, sostiene il vicepresidente Edoardo De Pau: «Statisticamente un 8/14 per cento dei tamponi può avere esito positivo. I medici potrebbero diventare contatti e dovrebbero interrompere temporaneamente la professione. Non siamo un laboratorio di analisi, né un tamponificio».

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