La Nuova Sardegna

Wireless e 5G si alleano per eliminare il digital divide

di Silvia Sanna
Wireless e 5G si alleano per eliminare il digital divide

Il piano: copertura anche delle “aree bianche” I rischi per l’ambiente e per l’uomo: gli esperti rispondono agli studenti della Nuova@scuola

03 dicembre 2020
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Il segnale wireless può arrivare dove la fibra ottica non può: basterebbe questo per capire quanto il progetto Monifive-5G sia importante per lo sviluppo armonico di un’isola dove sono ancora troppe le “aree bianche” non coperte da segnale e dunque ai margini della digitalizzazione. Una situazione di disparità emersa in tutta evidenza durante la pandemia quando a causa delle restrizioni il confronto si è spostato online tra webinar, video conferenze e didattica a distanza. Ed è stata proprio una studentessa del progetto La Nuova @ scuola, Maria Marras dell’Istituto Satta di Nuoro a sollevare il problema del digital-divide in occasione della presentazione del progetto Monifive-5G da parte dei partner dell’iniziativa – Tiscali, Linkem e Università di Cagliari – al quale ha preso parte anche il sottosegretario Mirella Liuzzi, promotrice dello sviluppo del 5G e delle tecnologie emergenti. La risposta data a Maria è stata confortante, perché Luisa Guida, 5G Technical PM & Regulatory di Linkem, ha spiegato che con il wireless si può arrivare ovunque, anche nelle aree bianche sinora disconnesse.

Il professor Luigi Atzori, docente di Unica (dipartimento di ingegneria elettrica ed elettronica) e coordinatore del progetto, ha integrato il discorso chiarendo alcuni aspetti sollevati da Francesco Sechi dell’Istituto Pellegrini di Sassari: quali sono, se ci sono, i rischi per l’ambiente? Le notizie che circolano sono fake news o davvero per dare spazio al 5G metteremo in pericolo le nostre foreste e la salute dell’uomo? «Nulla di vero – ha detto Atzori – perché il 5G non avrà bisogno di occupare nuovi spazi ma utilizzerà quelli esistenti: le antenne saranno installate nei siti 4G con un impatto vicino allo zero, nessuna deforestazione e nessun effetto dirompente sull’uomo ma solo un aumento della temperatura superficiale corporea (circa 1 grado) in seguito alle esposizioni.

Molto più importanti sono considerati dai partner gli effetti positivi del progetto sulla ricerca scientifica, sulla medicina e sulla produzione industriale. Gli esperti hanno risposto alle domande sull’argomento da parte di Nicola Ruzzu del liceo Marconi di Sassari e di Ylenia Deriu dell’Istituto Fermi di Alghero: «Pensate al medico che potrà monitorare il paziente a distanza, al controllo delle presenze sui mezzi pubblici, nelle piazze, alla possibilità di evitare assembramenti grazie ai sensori o a rilevare situazioni di potenziale pericolo. È il caso recente dell’alluvione a Bitti con la possibilità grazie al 5g di inserire sensori per avvisare la popolazione».

Sui tempi, in risposta alla domanda di Fabio Bellu del Fermi di Ozieri, l’obiettivo è raggiungere il 40% di copertura entro il 2025. Ma servono investimenti, perché il progetto – tema sollevato da Giorgio Prodi del Fermi di Alghero –, ha costi onerosi. Ma ne vale la pena, perché oltre ai benefici già elencati, c’è anche un miglioramento della velocità di connessione rispetto al 4G, come ha chiesto Fabio Pala del Fermi di Ozieri.

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