La Nuova Sardegna

Coro di no sul Piano casa Solinas trova pochi alleati

di Umberto Aime
Coro di no sul Piano casa Solinas trova pochi alleati

Anche gli albergatori e gli ingegneri contestano la filosofia del provvedimento

04 dicembre 2020
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CAGLIARI. Così com’è stato scritto dal centrodestra, il Piano casa piace davvero a pochi. Fra i contrari s’è schierato anche chi, almeno sulla carta, avrebbe dovuto stare invece dall’altra parte. «Non si possono mischiare i bonus edilizi per gli hotel con quelli destinati alle seconde case», ha detto Paolo Manca, presidente di Federalberghi. Oppure Francesco Porcu della Cna: «Non si parla di urbanistica. Ma solo di come potrebbe essere scardinata la tutela del paesaggio». Anche Sandro Catta, portavoce dell’Ordine degli ingegneri, ha sollevato diverse perplessità: «La filosofia non è quella giusta». Nella giornata di audizioni online con la commissione urbanistica del Consiglio regionale, i 21 articoli della bozza sono stati passati al setaccio da professionisti, imprenditori, sindaci, sindacalisti e ambientalisti. Seppure con un bel po’ di differenze e sensibilità, quasi nessuno ha messo un timbro alla cieca sul disegno di legge. Anche se Giacomo Meloni di Confartigianato ha precisato: «La proroga è indispensabile». E Maurizio De Pascale di Confindustria ha aggiunto: «Ci sono molti aspetti positivi ma c’è ancora troppa burocrazia».

Gli ordini professionali. Gli ingegneri hanno messo sotto accusa la scelta di reintrodurre il lotto minimo, un ettaro, per costruire in campagna: «È altissimo il rischio di una parcellizzazione ai danni della produzione agricola». Argomento rilanciato dai dottori agronomi con Luigi Ledda: «Consumare il suolo è sempre un errore». La Federazione degli architetti, con la presidente Tiziana Campus, ha preso le distanze dalla legge in modo netto: «Non ci riconosciamo in questo disegno di legge che prevede bonus anche nei 300 metri dal mare e persino a favore delle seconde case». Molto più disponibili i geometri: «La bozza è buona».

I sindaci. Il presidente dell’Anci, Emiliano Deiana, ha messo l’accento su un problema storico: «Si continua a guardare la Sardegna dalle spiagge, mai dalle zone interne, che continuano a non avere nulla. Attenzione poi a non scaricare sui Comuni una valanga di regole poco chiare».

I costruttori. L’Ance, con Salvatore Nieddu, ha detto: «Oggi abbiamo un bisogno assoluto di quella stabilità che finora non c’è stata». Anche Confindustria e Confartigianato hanno sostenuto il al Piano: «Una scossa è indispensabile per un settore che più di altri ha sofferto le vecchie crisi e quelle nuove scatenate dalla pandemia».

Gli albergatori. Paolo Manca, ha parlato di “provvedimento parziale”. Poi ha rilanciato la necessità di una legge urbanistica: «Auspichiamo il coraggio delle scelte a favore dell’alberghiero che è cosa ben diversa dalle seconde case. Chiediamo una scelta in favore del turismo, non del mattone».

Gli ambientalisti. Da questo fronte è arrivata una valanga di no. Vincenzo Tiana ha detto: «È un Piano che ci riporta indietro di sessant’anni. Con questi ultimi incrementi volumetrici indiscriminati, giustificati addirittura con il Covid, qualcuno vuol far correre la Sardegna in direzione opposta rispetto alle recenti direttive green europee». Il Wwf, con Carmelo Spada, ha insistito: «All’orizzonte c’è un pericoloso liberi tutti». Per Stefano Deliperi del Gruppo d’intervento giuridico: «Non è con il mattone che si esce dalla crisi. L’incostituzionalità è dovunque in questa bozza». E infatti Monica Scanu, Fai, e Maria Paola Morittu, Italia Nostra, hanno annunciato: «Chiederemo al Governo d’impugnarla, se la legge se dovesse passare così com’è stata scritta».

I sindacati. A favore la Uil: «Il Piano ha l’ambizione di andare oltre la solita provvisorietà e punta a una rivalutazione triennale del territorio», ha detto Marco Foddai. Molto critica la Cgil che, con Michele Carrus, ha contestato l’equazione “più mattone più sviluppo”: «Non fosse altro perché dopo decenni di premi in cubature e altre scelte molto rischiose per la tutela del territorio, come queste ultime, l’edilizia è ancora in piena crisi». Per Francesca Tilocca, Cisl: «Meglio una buona legge urbanistica che gli ennesimi interventi spot».

I tempi. Concluse le audizioni e in attesa del parere del Consiglio delle autonomie locali, arriverà la settimana prossima, a breve in commissione comincerà la guerra degli emendamenti. Il centrodestra vuole licenziare il Piano alla vigilia di Natale. Le opposizioni faranno di tutto per bloccarlo.

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