La Nuova Sardegna

Il Piano casa va in aula, Solinas potrebbe cambiarlo

di Roberto Petretto
Il Piano casa va in aula, Solinas potrebbe cambiarlo

La commissione ha licenziato il testo che il 23 sarà esaminato dal Consiglio. Possibili emendamenti della presidenza sull’allentamento di alcuni vincoli

13 dicembre 2020
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SASSARI. Come era previsto e prevedibile ieri è arrivato il “sì” della commissione Governo del territorio, ambiente, infrastrutture, mobilità del consiglio regionale al Dl 108, il cosiddetto Piano casa, che proroga il provvedimento sino a tutto il 2023 e introduce una serie di importanti modifiche rispetto alla normativa vigente. Si tratta comunque di una tappa intermedia: l’ultima parola spetta ora al Consiglio. E il dibattito in aula potrebbe riservare qualche sorpresa, considerando ciò che ha detto venerdì alla Nuova il presidente Solinas: «Se nei lavori di commissione sono entrate anche proposte di norme che cercano di allargare eccessivamente le maglie, ricordo che si tratta, appunto, di proposte. E io mi riservo di intervenire anche con emendamenti della Giunta per riportare il testo della proposta alla filosofia che abbiamo voluto assumere come canone delle norme che mettiamo in campo».

Il responso dell’aula. Il testo licenziato dalla Commissione sarà modificato dal presidente? E come? «Non ho parlato col presidente - dice il capogruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Mura -, quindi non so cosa intenda fare. Credo che l’impianto della legge vada bene così com’è».

Secondo indiscrezioni il ricorso ai bonus nella fascia dei 300 metri dalla costa sarà limitato alle strutture ricettive, escludendo invece le case. Nel testo approvato gli incrementi negli alberghi sono consentiti sino al 25% entro i 300 metri e sino al 50% oltre. Il Piano casa prevede bonus fino al 25% (massimo 90 metri cubi) nei centri storici, e sempre fino al 25% negli altri quartieri (massimo 180 metri cubi), nonché la trasformazione in unità residenziale di seminterrati, pilotis e piani terra (ma non nelle zone F turistiche).

La legge approderà in consiglio il 23 dicembre. «Dall'Aula uscirà un testo che servirà alle nostre comunità - dice l'assessore dell'Urbanistica Quirico Sanna - un testo che rispetterà l'ambiente e libererà la Sardegna dalla disperazione e dalla disoccupazione, sarà uno dei volani di ripresa che stiamo attuando».

Gli schieramenti sembrano definiti: maggioranza compatta ieri in commissione e opposizione decisa sul “no”. Il consigliere del M5S, Roberto Li Gioi, ha precisato che la sua astensione ha riguardato «solo la norma transitoria, cioè rivolta alla disciplina delle pratiche aperte presso i Comuni, e non al complesso del provvedimento nei confronti del quale ero e resto fermamente contrario, come più volte dichiarato in ogni sede pubblica ed istituzionale».

La commissione ha anche designato i relatori della legge: saranno il presidente Giuseppe Talanas di Forza Italia per la maggioranza, e Valter Piscedda del Pd per l’opposizione.

Parere contrario del Cal. Il disegno di legge non soddisfa le esigenze dei Comuni. «La nuova norma - è questo il giudizio contenuto nel parere non vincolante presentato ieri dal Consiglio delle autonomie locali - disciplina la gestione del territorio come se la Sardegna fosse un unico e omogeneo territorio indistintamente diviso in due categorie, entro i 300 metri e oltre i 300 metri dalla costa». Secondo il Cal la norma prescinde «dalle reali e specifiche situazioni che da un Comune all'altro peculiarizzano e differenziano il territorio sardo e che conseguentemente avrebbero invece necessità di un differente distinto approccio alla disciplina del territorio». Infatti, «la Sardegna non è solo costa, ma anche e soprattutto territorio interno che ha esigenze e problematiche spesso opposte a quelle degli ambiti costieri».

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