La Nuova Sardegna

Caro 2020 quanto dolore: liberaci di te

di Samuele Caddeo*

Il virus, la sofferenza, la privazione della libertà: momenti che hanno cambiato la nostra vita. Ora vogliamo voltare pagina

17 dicembre 2020
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Caro 2020, sei un anno da dimenticare e non vedo l’ora che tu finisca. Tu con tutte le tue disgrazie: dall’incendio in Australia che ha bruciato quasi 17 milioni di ettari al Covid-19 che ha causato la morte di centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo e la scomparsa di persone che hanno lasciato un segno indelebile in tutti noi come: Paolo Rossi, Diego Armando Maradona e Gigi Proietti. Tu virus che hai iniziato a diffonderti dalla Cina nella città di Wuhan e poi in tutto il resto del mondo. Noi che all’inizio ti sottovalutavamo sia perché pensavamo che fossi una semplice influenza sia perché credevamo di riuscire a trovare la soluzione dietro l’angolo. Ma questo virus ci ha fatto sentire molto fragili. Tu che ci hai fatto rinchiudere in casa a marzo, tu che ci hai costretto a vedere i nostri compagni di classe e le persone a noi care dallo schermo di un computer, tu che ci hai costretto a seguire delle lezioni online da cui si capiva poco o nulla, tu che ci hai negato di continuare a coltivare lo sport, i sogni e le nostre amicizie. Tu che hai portato disgrazia alle famiglie italiane: i lavoratori che da un momento all’altro si sono ritrovati senza lavoro o che sono finiti in cassa integrazione, gli imprenditori che si sono suicidati perché non sapevano come continuare a pagare il mutuo, tutti i genitori, i nonni e i parenti che sono morti dopo aver contratto il virus e chi ha avuto la “fortuna” di salutarli per l’ultima volta dietro un pannello in plexiglass. Tutti i medici e gli infermieri che sono deceduti per cercare di salvare più persone possibili. Tu che hai portato gli ospedali al collasso, strapieni di persone che pregavano di essere risparmiate da te caro Covid-19. Nonostante gli sforzi del Governo e delle istituzioni sei riuscito a mettere in difficoltà l’Italia e tutto il resto del mondo. Mi ricordo ancora i camion dei militari che a Bergamo trasportavano i morti dai cimiteri ai forni crematori. Mi ricordo ancora il numero dei morti che annunciavano i telegiornali e ogni giorno era un numero sempre più grande. Insomma hai cambiato la vita di tantissime persone. Poi quando ad aprile i contagi iniziarono a scendere iniziammo a tirare un sospiro di sollievo e finalmente all’inizio dell’estate quasi ci eravamo dimenticati di tutto quello che avevamo passato. Abbiamo iniziato a sentirci più liberi, con la voglia di divertirci e ricominciare: cercando di tirare su il nostro amato Paese. Eravamo finalmente un po' più sereni e tutto quello che era successo a marzo sembrava essere molto lontano. Fino a quando i contagi a fine agosto sono ricominciati a salire dopo i vari movimenti delle persone che sono partite per godersi una vacanza, per avere qualche bel ricordo del 2020 e “dimenticarsi” dell’orrore della pandemia. Nonostante l’aumento dei contagi la situazione era abbastanza gestibile ma già nell’aria si iniziava a sentire un po’ la paura di rivivere le giornate lunghe e monotone di marzo. Siamo ritornati a scuola con il gel igienizzante, le mascherine e i corridoi che sembravano la segnaletica orizzontale delle strade. Era dura rimanere in classe con la mascherina ma era un prezzo che ero disposto a pagare pur di vedere i miei compagni e i professori dal vivo e non più dallo schermo di un computer. Era un prezzo disposto a pagare per essere e sentirmi libero. Era un prezzo disposto a pagare per riprendermi la vita di prima. Nonostante i vari sforzi a fine ottobre ci hanno rinchiuso nuovamente in casa. Abbiamo ricominciato con le lezioni online, i vari centri sportivi sono stati chiusi e ancora abbiamo assistito ad un altro duro colpo subito dall’Italia. Però finalmente la Pfizer ha sviluppato un vaccino contro di te caro covid-19 e l’anno prossimo verrà distribuito in tutta l’Italia mettendo fine al dolore, al panico e alla paura che hai causato alle persone. Ora siamo a dicembre e dovremmo festeggiare un Natale e un Capodanno un po’ diverso, caro covid-19. Non potremo stare con tutti i parenti ma solo con quelli che abitano nel nostro paese. E io come tante altre persone che vivono in piccoli paesini e hanno parenti un po’ dappertutto sentiremo la loro assenza intorno al tavolo. Quindi per favore 2020 vai via, sei durato fin troppo e lascia arrivare un anno migliore.

* Samuele studia all’Iss De Castro di Terralba

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