La Nuova Sardegna

Primule per i vaccini: nell’isola 12 padiglioni

Primule per i vaccini: nell’isola 12 padiglioni

Da marzo-aprile la campagna che coinvolgerà tutti i sardi

18 dicembre 2020
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CAGLIARI. A gennaio i punti di vaccinazione saranno gli ospedali per medici e infermieri, mentre spetterà alle unità mobili raggiungere le residenze sanitarie per gli anziani. Da marzo in poi, invece, la Sardegna potrà contare su almeno 12 dei 1.500 gazebo «primula» pensati dal commissario nazionale Domenico Arcuri e disegnati dall’architetto Stefano Boeri. Non si sa ancora in quali Comuni saranno sistemati, ma nel Piano vaccini anti-Covid una mappa di massima è stata tracciata e inviata all’assessorato alla sanità.

L’ipotesi. I padiglioni saranno sistemati di sicuro nei capoluoghi di Provincia, Sassari, Nuoro e Oristano, e a Cagliari, capofila della Città metropolitana. Poi nelle Province regionali: Olbia-Tempio per la Gallura, Sanluri-San Gavino nel Medio Campidano, Carbonia-Iglesias nel Sulcis, Lanusei-Tortolì in Ogliastra. Però è possibile che il numero dei gazebo possa aumentare, in primavera, visto che nel Piano c’è scritto «dovranno essere almeno uno ogni 20mila-30mila abitanti». Stando a questo parametro, allo scattare della seconda fase della campagna di vaccinazione, in Sardegna gli annunciati dodici padiglioni dovranno soddisfare le richieste di 240mila-360mila abitanti. Sarà anche questo il numero dei sardi che saranno vaccinati in primavera? È possibile ma non è detto visto che per ora il Piano è dettagliato solo per la fase di lancio, a gennaio, quando la Pfizer consegnerà alla Sardegna 33.801 dosi. Sono quelle con cui saranno vaccinati medici, infermieri e gli ospiti delle case di riposo. Poi ci sarà una seconda fornitura, necessaria per il cosiddetto richiamo, più l’ingresso nell’elenco di altre categorie, la prima dovrebbe essere quella dei medici di famiglia.

Lo slogan. «L’Italia rinascerà con un fiore», ha detto l’altro giorno il commissario Arcuri nel presentare i prototipi dei padiglioni. L’architetto Boeri ha aggiunto: «Sarà proprio questa simbologia a farci uscire da un inverno cupo. La primula sarà il segnale di inizio della primavera. Rappresenterà una ritrovata serenità e rinascita». Ma basterà una primula a convincere gli italiani che bisognerà vaccinarsi contro il Covid? Arcuri ha risposto così alla domanda: «Non basterà certo un fiore per convincere gli italiani ma un fiore ci aiuterà tanto». Anche se l’ex direttrice del Centro nazionale di epidemiologia, Stefania Salmaso, ha replicato: «I padiglioni saranno anche belli esteticamente non lo metto in dubbio, ma fare le vaccinazioni è una cosa seria e serve un ambiente adatto e con tutti i dispositivi medici del caso. Per questo esistono da sempre le strutture sanitarie attrezzate e non i gazebo nelle piazze».

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