La Nuova Sardegna

Maxi pranzo di Natale: «Siamo 14, tutto in regola»

di Claudio Zoccheddu
Maxi pranzo di Natale: «Siamo 14, tutto in regola»

Scano di Montiferro, “assembramento” a prova di decreto: 9 figli, 2 nonne e la zia I genitori: «Speriamo che ritorni la normalità, i nostri ragazzi ne hanno bisogno»  

27 dicembre 2020
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SCANO DI MONTIFERRO. L’indicazione era chiara, chiarissima: per evitare ogni problema e festeggiare il Natale in tranquillità a tavola avrebbero dovuto trovare spazio solo i conviventi, con la possibilità di aggiungere appena due seggiole. Una limitazione per la maggior parte delle famiglie ma non per tutte. A casa Irde, a Scano di Montiferro, nell’Oristanese, attorno al tavolo imbandito a festa per il pranzo di Natale si sono accomodati in 14. Per la presentazione sarebbe servito uno speaker, di quelli che si sentono nei palazzetti o negli stadi, perché oltre alla squadra “titolare” c’è quello che vorrebbero tutti i coach del mondo: la panchina lunga. Andrea (51anni) e Paola (48) sono i genitori, operatore sanitario lui, professoressa lei. Poi ci sono i nove figli: Ismaele, 21 anni; Sara, 20; Angelo, 19 compiuti oggi (auguri); Rebecca, 17; Cristian, 14; Carola, 12; Chiara, 9; Emanuele, 8, e il piccolo di casa, Mattia, che ha 3 anni. A completare la “rosa” ci hanno pensato le due nonne e una zia. Il totale dei commensali sfora ogni Dpcm/Decreto mai pubblicato e mette in crisi tutti i limiti imposti da chi ha provato a normare anche la festosa convivialità del Natale. Eppure, Andrea manda subito in soffitta ogni ambizione di record: «Ho un amico che ha 13 figli. Credo che il record sia suo – scherza –. Detto ciò, questo periodo è stato molto strano ma ci aiutano la nostra fede e il nostro ottimismo. Se non fossimo ottimisti, poi, non avremmo nove figli». Sul distanziamento consigliato dalle autorità, poi, ci sarebbe da scrivere un libro: «Lo ribadisco: siamo tutti conviventi, comprese le nonne. Abbiamo tre figli all’università, a Sassari, ma la didattica a distanza ha permesso che rientrassero a casa tempo fa e che quindi fossimo tutti insieme per il Natale». Organizzare un cenone con tanti coperti, comunque, è complicato: «A dire il vero il cenone lo abbiamo saltato. La sera del 24 siamo andati a messa, che a Scano di Montiferro è iniziata alle 20.30. Dopo la funzione, al posto del cenone abbiamo aperto un pandoro e un panettone, poi abbiamo stappato una bottiglia di spumante e fatto una tombolata. Il pranzo del 25, invece, è stato più tradizionale e con tutti i commensali ai loro posti». Ai fornelli si sono messe le nonne, garanzia di qualità confermata in tavola dalla pasta al forno e dagli arrosti. D’altra parte, per mettere in crisi una famiglia come quella di Andrea a Paola non può bastare un pranzo di famiglia, neppure quello del Natale nell’anno della pandemia: «Programmare tutto è complicato e sappiamo benissimo che esistono le difficoltà. Quando ne troviamo una, la affrontiamo al meglio delle nostre possibilità. Non possiamo fare altro, lo sappiamo. In più abbiamo il conforto della fede a tenere alto il morale. Sono i ragazzi ad avere le difficoltà maggiori. Io e mia moglie lavoriamo tutti i giorni, non ci siamo mai fermati nemmeno durante il primo lockdown. Loro invece stanno a casa, devono seguire le lezioni on line con in più la difficoltà di farlo con una connessione lenta che non copre tutta la casa. Per fortuna hanno tutti un dispositivo che gli permette di stare al passo con i compagni ma quello che manca davvero non può essere acquistato. Hanno bisogno della compagnia degli amici, del rapporto con maestre e professori, dello sport. Stanno soffrendo e questo ci dispiace. Hanno bisogno della normalità», conclude Andrea. E chissà che un pranzo di famiglia stranamente numeroso, di questi tempi, non possa aiutare ad accantonare per un attimo la tristezza delle feste limitate per decreto.

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