La Nuova Sardegna

SASSARI. «Tonello era uno che non si tirava mai indietro, se c’era da agire era sempre il primo a correre per dare una mano a chi era in difficoltà. Per questo motivo in caserma, ma anche negli altri comandi dei vigili del fuoco in cui aveva prestato servizio tutti lo adoravano. Era un gigante buono su cui si poteva sempre contare».

I colleghi di Sassari di Tonello Scanu, non solo i venticinque che componevano con lui la squadra del “Turno B”, lo ricordano così, come un amico che rallegrava le giornate di chi lavorava al suo fianco. «Noi vigili siamo come una famiglia – spiega commosso un collega – e perdere un componente come lui è un dolore troppo grande per tutti». Lunedì mattina la notizia della sua morte durante un intervento nelle campagne alle porte di Nulvi ha gettato tutti nello sconforto.

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Nessuno riesce ancora a credere che quell’omone con la barba bianca che qualche settimana fa era corso a Bitti per dare una mano per liberare il paese dal fango, non ci sia più. Per rendergli onore questo pomeriggio i colleghi porteranno la sua bara a Ossi con l’autoscala che Tonello aveva guidato fino a due giorni fa. Dopo gli accertamenti medico legali, alle 13 il corpo del vice capo squadra verrà restituito alla famiglia e poi portato nella camera mortuaria di viale San Pietro.

Alle 15.15 la partenza da Sassari e alle 16 l’ultimo saluto nella chiesa di San Bartolomeo Apostolo di Ossi, il suo paese che oggi ha proclamato il lutto cittadino. Il numero dei posti in chiesa sarà limitato a ottanta persone e per questo la maggior parte dei colleghi attenderà sul sagrato. A Ossi è previsto l’arrivo da Roma del capo del corpo nazionale dei vigili del fuoco Fabio Dattilo, del capo dipartimento Laura Lega e del sottosegretario al Ministero dell'Interno Carlo Sibilla.

Dopo il corso per diventare vigile effettivo Tonello Scanu aveva preso la qualifica di Gos, il Gruppo operativo speciale movimento terra. La sua abilità nel condurre mezzi pesanti ed escavatori lo aveva portato spesso per lavoro in scenari particolari come il terremoto dell’Aquila e più di recente ad Amatrice. «Faceva questo lavoro con tanta passione – raccontano i colleghi del “Turno B” – e a volte nei momenti di pausa tra un intervento e l’altro, visto che sapeva usare bene la macchinetta, ci tagliava i capelli. Era il barbiere della caserma, ma per tutti i colleghi Tonello era soprattutto una persona speciale».

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