La Nuova Sardegna

Metano, tre progetti targati Snam

di Giuseppe Centore

Nord, centro e sud dell’isola non saranno interconnessi fisicamente, per adesso, ma solo dal punto di vista tariffario 

31 dicembre 2020
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CAGLIARI. Con gli auguri di buone feste sono arrivati al ministero dello sviluppo economico anche le risposte che Snam e Arera hanno preparato per il ministro Patuanelli e nelle quali si conferma lo schema di sistema energetico del gas voluto dal Parlamento. Se il consenso di Arera è scontato, l’Autorità ha sempre detto in tutte le sedi che si sarebbe rimessa alla volontà delle Camere nel trovare un percorso tariffario adeguato per la Sardegna, più significativo è il documento che Snam ha inviato a via Veneto, con il quale si disegna, anche letteralmente il sistema del gas per i prossimi anni.

Un sistema a spizzichi e a bocconi, fatto di tre pezzi di rete, con cisterne, navi bettoline e rigassificatori già bell’epronti, e che sicuramente, per la gioia della sottosegretaria Todde e dei Cinque Stelle tutto si può definire meno che dorsale.

La Sardegna infatti avrà tre mini-connessioni, tutte comunque con la dizione di rete regionale, per quanto distinte e distanti. A nord nei poli di Porto Torres-Alghero-Sassari, interconnessi con rigassificatore nel porto industriale. Al centro con le connessioni che da Arborea vanno a Santa Giusta, dove c’è un deposito costiero e dove presto ne sorgeranno altri due, e più a nord a Oristano. A sue con il deposito e la nave a Portovesme e i collegamenti con Sarroch, e Cagliari-Quartu e due denti che vanno verso nord: Monastir e Serramanna. Le ultime due sono vicine, meno di 70 chilometri le separano, ma non possono per adesso essere unite perché in questo modo si realizzerebbe il tratto sud della dorsale, infrangendo un tabù.

Ma se il dialogo, magari obtorto collo, tra aziende interessate ai progetti e mise non si è mai interrotto, quello tra viale Trento e Roma rimane in ostaggio di veti politici e di incomprensioni, a cui si sono aggiunte nelle ultime settimane difficoltà politiche dell’assessora all’Industria Anita Pili, privata dei vertici amministrativi del suo assessorato e in rapporti tutt’altro che sereni con parte della sua maggioranza.

La Regione comunque ha sempre ribadito che sul tavolo del progetto di metanizzazione dell’isola c’è solo la dorsale, con i tre depositi costieri. Con una forzatura linguistica lo ha anche scritto nei suoi desiderata che ha presentato al governo per il Recovery Fund. Tra i progetti energetici presentati, ve ne sono di piccoli e piccolissimi, da pochi milioni di euro per una serie di scuole. E poi ve ne è uno corposo, e costoso da 700 milioni di euro. Un solo progetto che ha il nome “Sardinian energy backbone, una rete energetica regionale sarda”. L’aspetto curioso è che backbone in inglese vuol dire dorsale.

@gcentore. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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