La Nuova Sardegna

Sud dell’isola sott’acqua a rischio carciofi e agrumi

Sud dell’isola sott’acqua a rischio carciofi e agrumi

Produzioni ridotte di due terzi nel Medio Campidano, perdite di milioni di euro In crisi anche le coltivazioni ortive stagionali. Forte ritardi nella semina dei cereali

10 gennaio 2021
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CAGLIARI. Il clima sempre più imprevedibile sembra farsi beffe dell’agricoltura sarda. Questa volta a soffrire sono le carciofaie del Medio Campidano, che dopo quelle della Bassa Valle del Coghinas sono andate anch’esse sott’acqua e rischiano il disastro proprio nel periodo di massima produzione. A lanciare l’allarme è Coldiretti, che parla di centinaia di ettari di campi interamente allagati con serio rischio di asfissia radicale. Il tutto dopo il blocco delle vendite dovute alle restrizioni del Covid. E come se non bastasse, ecco anche i quintali di agrumi che stanno marcendo a causa delle piogge incessanti e le produzioni stagionali ortive in grave difficoltà. Quasi una beffa, perché – come fa notare Coldiretti – «l’anno scorso a febbraio si deliberava per l’irrigazione di soccorso a causa delle siccità».

Nel Medio Campidano, cuore dell’agricoltura sarda, la situazione è critica. «Stiamo perdendo i carciofi a causa della botrite e per l’eccesso idrico– spiega il presidente di Coldiretti Samassi Giuseppe Onnis – Stiamo tagliando un terzo dei carciofi rispetto a dieci giorni fa. Prima entravamo nei campi ogni 3-4 giorni adesso ogni 10-15. Questo sta sbloccando i mercati nazionali dove vendiamo i carciofi, ma il prezzo pagato al produttore è comunque sempre molto basso. Il rischio è che se continua cosi non avremo più carciofi e le perdite, già stimate in milioni di euro, continueranno a crescere». Anche i cerealicoltori sono in crisi: «Con i campi allagati non possiamo seminare – dice il presidente di Sanluri, Paolo Floris – Siamo già in netto ritardo e questo ha già compromesso parte del raccolto. Alcuni campi non potranno più essere coltivati perché è cresciuta l’erba e richiederebbero ulteriore lavoro e costi che visti i ritardi non riusciremmo a coprire».

Un nemico davvero temibile, quello dei cambiamenti climatici e della tropicalizzazione del Mediterraneo, dove si passa da un estremo all’altro senza più isoliti punti di riferimento delle stagioni. Per il direttore di Coldiretti Sardegna, Luca Saba «è sempre più necessario e urgente istituire un forum politico sul tema – occorrono interventi concreti e orientare in modo efficace l'agricoltura verso trasformazioni che bisogna apportare adesso, prima che nuove calamità creino altri danni non solo alle colture ma anche ad un mondo imprenditoriale ormai fragilissimo e al limite del collasso. Occorre pensare a nuove risorse dedicate a questo processo e orientare la nuova programmazione comunitaria».

Il presidente di Coldiretti Cagliari, Giorgio Demurtas, evidenzia che «gli agricoltori vivono da tempo la beffa anche di uno strumento valido come quello assicurativo (che con lo stravolgimento dei cambiamenti climatici comunque non potrà reggere a lungo). Le assicurazioni infatti sono inficiate dalla scarsa intermediazione di Agea, l’ente pagatore dei contributi, aiuti e premi comunitari in agricoltura. Il sistema era studiato in questo modo: l’imprenditore agricolo si fa carico dell’intero costo dell’assicurazione (spesso alto, perché si tratta di colture redditizie)che poi nel corso dell’annata gli sarà rimborsata (in quote oltre il 50%) da Agea. Questo sistema però si è inceppato in quanto Agea non è puntuale nell’erogare gli aiuti ed ha accumulato ritardi anche di due tre annate, inguaiando diversi agricoltori che avevano fatto affidamento su questi soldi con alcuni che erano ricorsi anche ai prestiti in banca. Per questo molti adesso, non avendo certezze e non avendo possibilità di anticipare per più anni le assicurazioni, rinunciano a questo strumento con le gravi conseguenze che stiamo vivendo in questi giorni». (a.palm.)

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