La Nuova Sardegna

Da Londra alla Barbagia: gli inglesi scoprono Ollolai

di Michela Columbu
Da Londra alla Barbagia: gli inglesi scoprono Ollolai

Una società britannica scommette sulle potenzialità turistiche dell’entroterra. Firmato un protocollo d’intesa con il Comune per la realizzazione di case vacanza

13 gennaio 2021
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OLLOLAI. Ollolai e il suo patrimonio immobiliare strizzano l’occhio agli inglesi. Dopo gli olandesi e i francesi, l’interesse per la Barbagia si è nuovamente concretizzato con un protocollo d’intesa tra la società “Its for Sardinia Ltd” con sede a Londra, e il Municipio ollolaese che a ottobre scorso, come ultimo atto della giunta guidata dall’ex sindaco Efisio Arbau, ha aperto le porte agli investitori inglesi. L’obiettivo principale dell’amministrazione, ovviamente, è la riqualificazione immobiliare degli stabili, già al centro dell’attenzione dopo l’idea di metterli in vendita ad un prezzo simbolico.

«Questo è un naturale e inevitabile sviluppo di “Case a un euro” – spiega Francesco Columbu, il nuovo sindaco del paese eletto lo scorso ottobre –. Il progetto, che inizialmente ha concentrato l’attenzione sui ruderi ceduti a prezzo simbolico, dopo ha permesso al paese di ottenere il finanziamento regionale di circa due milioni di euro per portare avanti azioni di rivitalizzazione del tessuto urbano e produttivo. Grazie a queste cifra è stato possibile progettare, a cura di professionisti del settore, un disegno di sviluppo che coinvolge contemporaneamente la popolazione e le aziende che operano nel paese ma si è concretizzata anche la creazione di una cooperativa di comunità, strumento fondamentale per la gestione di tutti quei servizi che mancano nel paese. Proprio la coop è stata decisiva per dare una risposta anche a società come ITS for Sardinia Ltd, che si occupa appunto di fare da ponte tra gli interessi immobiliari d’oltremanica, e l’offerta di immobili in Sardegna». Così, nel paese continua il progetto di recupero di alcuni immobili ceduti a prezzo simbolico (sono 13 i ruderi già passati ai nuovi proprietari), si guarda anche a un mercato immobiliare fino a quattro anni fa sostanzialmente fermo. Sono tante le case in buone condizioni che hanno attirato l’attenzione di investitori esteri interessati a trasformarle in case vacanza. Per farlo sono stati coinvolti alcuni studi locali di progettazione, che sin dalla stipula del protocollo d’intesa, risultano come fondamentali per l’avvio e la gestione di tutte le pratiche relative alla cessione e all’eventuale adeguamento degli immobili alle esigenze dei nuovi acquirenti.

«Stiamo procedendo alla messa a punto di un elenco di immobili da sottoporre all’attenzione degli investitori inglesi. Pare che ci sia un sempre maggiore interesse per l’acquisto di case vacanze nelle zone interne – spiega il presidente della cooperativa di comunità Michele Cadeddu –, per questo ci stiamo focalizzando su immobili in buone condizioni. E il paese sembra rispondere bene all’interesse dimostrato dalla “Its for Sardinia”». La società con nome e domicilio inglese ha come referente in Sardegna un sardo esperto di finanza, Giovanni Sanna, cagliaritano, alla guida di un gruppo di imprenditori isolani che, poco meno di un anno fa, ha stretto un accordo con The Family Officer Group (Tfo) un multi family office, fondato nel 1997, con sede a Londra e uffici in oltre 20 sedi sparse in tutto il mondo che, oltre a seguire gli interessi di diversi gruppi familiari, principalmente italiani, lavora da sempre nel settore assicurativo e nell’ospitalità. Da quasi dieci anni Tfo ha guidato numerose iniziative, a livello pubblico e privato, di collaborazione tra Italia e Regno Unito. Ora, insieme agli imprenditori sardi guidati da Sanna, hanno dato vita a “Its for Sardinia” che ha individuato il paese di Ollolai come la località più idonea per mettere a frutto questa collaborazione. Nel paese barbaricino, infatti, il lavoro sviluppato grazie a “Case a un euro” e dalla grande pubblicità dovuta all'attenzione mediatica di questi anni, anche grazie a un reality show che ha occupato nei palinsesti televisivi del nord Europa, ha fatto crescere la consapevolezza che è possibile provare a invertire una tendenza che sembrava indirizzata verso lo spopolamento con al conseguente estinzione dei servizi

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