La Nuova Sardegna

Traffico di coca, condanne per i fratelli Arzu e altri 22

Traffico di coca, condanne per i fratelli Arzu e altri 22

Pene dai 4 ai 18 anni ai componenti dell’organizzazione smantellata nel 2018  La banda riforniva di droghe pesanti le aree di Sassari, dell’Ogliastra e di Cagliari

15 gennaio 2021
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CAGLIARI. Quasi novanta chili di cocaina movimentati nel giro di un anno, 16 chili e mezzo recuperati dai carabinieri insieme a un chilo e mezzo di eroina, un giro di denaro che ammonterebbe a tre milioni e 200 mila euro per portare gli stupefacenti in Sardegna passando per le mani della criminalità organizzata Calabrese e albanese: dopo l’operazione Ichnos chiusa a febbraio del 2018 con quindici arrestati per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, fra cui i quattro fratelli arzanesi Arzu, ieri si è chiuso il giudizio abbreviato davanti al gup Roberto Cau, che ha condotto alla condanna di 23 persone con pene, scontate in base al rito alternativo, che vanno dai 4 ai 18 anni di carcere a suggello di un’inchiesta condotta dal comando provinciale di Cagliari in collaborazione coi militari di Carbonia e Olbia, insieme ai Cacciatori di Sardegna. Le sentenze più severe sono state inflitte dal giudice ai due personaggi che secondo le indagini dell’Arma hanno svolto i ruoli di punta nell’organizzazione, che operava in ogni angolo dell’isola: 18 anni di carcere a Sandro Arzu (51 anni) di Arzana ma residente a Sestu - difeso da Rita Dedola e Francesco Marongiu - che coordinava il traffico di stupefacenti in Provincia di Cagliari e in Ogliastra, la stessa pena ad Alessandro Ghisu (32 anni) di Thiesi - difeso da Lorenzo Soro e Stefano Murgia - che per l’accusa curava gli affari della banda in provincia di Sassari.

Complessivamente molto dura la sentenza del gup anche sulle posizioni degli altri ventuno imputati, alcuni già giudicati per altre vicende per le quali è stata applicata la continuazione. Le pene finali contenute nel dispositivo emesso ieri mattina sono queste: 8 anni a Renato Antonietti (70 anni) di Binago (Como) difeso da Vincenzo Cotroneo, 7 anni e 8 mesi a Italo Arzu (54) di Arzana difeso da Rita Dedola e Francesco Marongiu, 9 anni a Luca Arzu (46) di Arzana residente a Muravera, difeso da Stefano Murgia e Desolina Farris, 11 anni a Roberto Arzu (53) residente a Lanusei, difeso da Dedola e Marongiu.

Le altre condanne: 8 anni e mezzo a Pietro Fadda (34) di Alghero residente a Thiesi, difeso da Stefano Murgia, 8 anni a Bruno Fanni (62) di Tortolì difeso da Dedola e Marongiu, 9 anni ad Andrea Ferreli (43) di Arzana residente a Tortolì, difeso da Pierluigi Concas, 8 anni e 8 mesi a Massimo Gigliotti (52) di Caronno Pertusella difeso da Gianluca Vergnano, 5 anni a Massimo Leoni (44) di Castellanza, difeso da Vincenzo Cotroneo, 4 anni ad Alessandro Menghini (50) di Viterbo difeso da Pietro Messina, 8 anni e mezzo a Salvatore Muntone (36) di Fonni, difeso da Pasquale Ramazzotti.

Ancora: la sentenza prevede la condanna a 10 anni per Sebastiano Nuvoli (45) di Alghero residente a Sindia, difeso da Francesco Mario Lai e Gina Piera Pittalis, 4 anni e 8 mesi a Graziano Obinu (45) di Sindia difeso da Anna Maria Busia, 5 anni e 4 mesi a Gavino Pira (50) di Gavoi difeso da Francesco Marongiu, 4 anni e 8 mesi a Vincenzo Piras (43) di Arzana residente a Uta difeso da Riccardo Floris e Pamela Marianna Piras, 8 anni e mezzo a Giovanni Piu (36) di Sassari, difeso da Giuseppe Lepori e Herika Dessì, 6 anni a Ismail Rebeshi (37) di Viterbo difeso da Roberto Afeltra, 10 anni a Leonardo Saba (46) di San Vito, difeso da Luca Pennisi, 4 anni ad Antonio Stochino (42) di Lanusei residente ad Arzana, difeso da Francesco Marongiu, 4 anni ad Alessandro Tedde (34) di Sassari difeso da Stefano Porcu e 8 anni e mezzo a Luca Zedde (30) di Sorgono residente a Cagliari, difeso da Marco Fausto Piras e Francesco Marongiu. Numerosi imputati dovranno pagare multe, che vanno da 20 mila a 50 mila euro.

L’operazione Ichnos si chiuse a febbraio 2018 con l’arresto al porto di Olbia, di Renato Antonietti, che nel bagagliaio della sua Opel nascondeva cinque chili e mezzo di cocaina. Dopo quell’arresto partirono le altre misure cautelari destinate a 14 persone, cui seguirono indagini per arrivare alla chiusura del cerchio. (m.l)

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