La Nuova Sardegna

L’inizio dell’avventura NEGLI ANNI 70 

La passione attecchita sul lago di Como

La passione attecchita sul lago di Como

SASSARI. Fu Francis Melvin Rogallo, ingegnere aeronautico della NASA), che nel 1951 brevettò un'"ala volante" per equipaggiare le capsule spaziali durante la fase di rientro. L’idea fu ripresa negli...

24 gennaio 2021
1 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Fu Francis Melvin Rogallo, ingegnere aeronautico della NASA), che nel 1951 brevettò un'"ala volante" per equipaggiare le capsule spaziali durante la fase di rientro. L’idea fu ripresa negli anni sessanta da Bill Moyes (un istruttore australiano di sci nautico) che costruì i primi esemplari di Ala Rogallo: li trascinava sull'acqua, agganciati a un motoscafo, riuscendo a sollevare lo sciatore che vi era appeso. Quando l’aquilone raggiungeva i 200 metri di altezza, mollava il cavo e iniziava il volo libero. A far decollare questa disciplina in Italia ci pensò Alfio Caronti, che organizzò dei corsi nel lago di Como. Un articolo di giornale nel 1976 capitò sotto gli occhi di Antonello Pistidda, che decise di partire con un amico, frequentare il corso e provare l’ebrezza del deltaplano.

Una settimana di lezioni, e poi rientro in Sardegna. Acquistò un deltaplano di seconda mano, dispositivi di sicurezza inesistenti, rischi e imprevisti da misurare sulla propria pelle. Primi tentativi di volo su piccole alture, con planate di pochi minuti e a pochi metri dal suolo. Poi l’Icaro sardo ha preso confidenza e non ha mai smesso di volare. (lu.so.)

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative