La Nuova Sardegna

Scuola, Biancareddu: "Spero che questo sia stato l'ultimo lockdown per gli studenti"

Scuola, Biancareddu: "Spero che questo sia stato l'ultimo lockdown per gli studenti"

L'assessore regionale alla Pubblica istruzione sul ritorno alla lezione in presenza lunedì 1 febbraio

29 gennaio 2021
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CAGLIARI. «Dopo un lungo periodo di chiusura, non posso che essere particolarmente felice che la scuola riapra le sue porte». Così a tre giorni dal ritorno in classe al 50% previsto in Sardegna per l'1 febbraio, l'assessore regionale della Pubblica Istruzione Andrea Biancareddu. «Le lezioni in presenza devono ora essere assicurate a tutti i ragazzi, ma il rientro sarà graduale - scrive in una lettera aperta a studenti, alle famiglie, ai dirigenti scolastici, agli insegnati e a tutto il personale della scuola nell'Isola - spero che al più presto poi, la ripresa in presenza sia garantita a tutti. Ma questo dipenderà da molti fattori. Su tutti la curva dei contagi e la prudenza massima che tutto il mondo della scuola deve adottare».

«Spero - ha aggiunto - che questo sia davvero l'ultimo lockdown: siamo tutti pronti per ricominciare, anche se il virus è sullo sfondo di ogni pensiero, di ogni abitudine, di molte paure nascoste». Biancareddu ricorda che «in questo periodo abbiamo lavorato senza mai fermarci al fianco dell'Ufficio Scolastico Regionale, delle scuole, degli insegnanti, dei Comuni e di tutto il personale che ruota attorno al mondo dell'educazione, dirigenti e personale Ata compreso, per assicurare un rientro che fosse il più possibile in sicurezza, cercando di contemperare il diritto allo studio con il persistere della diffusione di un virus che non consente facili previsioni».

Un lungo periodo dove, «con la didattica a distanza, si è cercato di mantenere la relazione e la funzione educativa che lega la scuola, gli alunni e le loro famiglie. Per questo ringrazio in particolar modo gli insegnanti che hanno compiuto una impresa senza precedenti». Senza dimenticare «un plauso a quei genitori che pur non avendo spazi idonei nelle rispettive abitazioni sono riusciti ad inventarsi soluzioni pratiche affinché i propri figli avessero quanto più possibile un ambiente consono allo studio e quanto più possibile alla socializzazione seppur a distanza». (Ansa).

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