La Nuova Sardegna

Stop alla Dad per almeno la metà dei ragazzi

Stop alla Dad per almeno la metà dei ragazzi

Inizio soft come previsto dal Dpcm per testare il sistema e calibrare ulteriori interventi

29 gennaio 2021
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SASSARI. Un avvio ritardato e soft ma comunque molto atteso da studenti, docenti e operatori della scuola. Anche i ragazzi sardi lunedì 1 febbraio cominceranno a salutare la didattica a distanza alla quale da mesi sono costretti a causa del Covid e del rischio contagi e potranno prendere posto tra i banchi, ben distanziati, nelle loro aule. Si parte con il 50 per cento, in alcuni casi il 75% degli studenti: dipende soprattutto da quanto incide l’attività nei laboratori, così tanto trascurata in questi mesi. Il governatore Christian Solinas non emetterà una nuova ordinanza per ufficializzare la ripartenza: la Regione si attiene all’ultimo Dpcm che stabilisce quote e regole. Sfumato il sogno di fare rientrare tutti i ragazzi contemporaneamente: è necessario testare innanzitutto il sistema dei trasporti, per vedere se il piano di potenziamento funziona. Occhi puntati su alcune zone considerate ad alto rischio dove solo introducendo corse aggiuntive si può evitare di sforare la percentuale di riempimento autorizzata del 50%. Nel caso del territorio di Sassari, per esempio, in ambito urbano l’Atp rinforzerà i collegamenti tra i quartieri periferici come Li Punti, Sant’Orsola e il centro città e viceversa, in ambito extra urbano più corse per esempio da Castelsardo e Nulvi. Nel Nuorese già previsti mezzi e corse extra dalla Barbagia di Belvì, da Desulo ma anche da Orgosolo verso il capoluogo.

E massimo sforzo sarà fatto nella cintura metropolitana di Cagliari, dove i mezzi sono sempre molto affollati, come è stato ribadito in un incontro che si è svolto nella mattinata di ieri in Prefettura: per limitare al massimo i rischi, ci saranno anche slittamenti di orario tra i singoli istituti. Ma la preoccupazione resta alta tra i dirigenti scolastici, ai quali la Regione, assessorato ai Trasporti, proprio ieri ha inviato una nota in cui chiede che le scuole trasmettano il numero di studenti che giornalmente viaggiano da ogni paese. Il motivo è questo: calibrare le corse degli autobus così da ottimizzare le risorse a disposizione che non sono sufficienti a garantire il servizio per i prossimi quattro mesi, sino alla conclusione dell’anno scolastico. La speranza è che i fondi vengano al più integrati con risorse regionali o attingendo da quelle messe a disposizione dal governo. (si. sa.)

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