La Nuova Sardegna

Il questore di Sassari: «Alcol e droga tra i giovani problema che tocca tutti»

di Gianni Bazzoni
Il questore di Sassari, Luigi Sanfilippo
Il questore di Sassari, Luigi Sanfilippo

Sanfilippo: «Non si tratta solo di una questione da risolvere con la polizia. L’attenzione è massima e mi dispiace quando si afferma che nessuno fa niente» 

02 febbraio 2021
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SASSARI. «C’è bisogno della collaborazione di tutte le forze sane della città. Quello dei ragazzini che si ritrovano per consumare alcol e droga non è solo un problema della forze di polizia ma ha una dimensione più ampia e coinvolge famiglie e amministrazioni pubbliche, le scuole e tutto il sistema educativo e sociale».

Claudio Sanfilippo, palermitano, da circa cinque mesi è questore di Sassari, è tra i poliziotti più conosciuti a livello nazionale con una brillante carriera e una esperienza maturata soprattutto nella lotta alla mafia dove si è distinto per la cattura di latitanti di primo piano: era tra i poliziotti che nel 1996 arrestarono il boss Giovanni Brusca.

Il questore in questi mesi ha studiato la città e le sue dinamiche e non nasconde che la sua attenzione si è concentrata sul centro storico, un “luogo delicato” come in altre realtà anche fuori dalla Sardegna. E sulla vicenda dei minori raccontata dalla Nuova, con i raduni nella piazza del mercato di 15-17enni che si ritrovano a consumare alcol e droga e, spesso, anche a commettere atti vandalici, Claudio Sanfilippo apre un fronte che va al di là del singolo episodio.

«Sul centro storico siamo presenti – dice il questore – la collaborazione tra le forze di polizia è al massimo livello. Da una quindicina di giorni stiamo svolgendo attività mirate. Alcune hanno dato effetti immediati con arresti in flagranza soprattutto per spaccio di droga, altre sono operazioni di polizia giudiziaria che richiedono tempo e un lavoro più approfondito che può anche durare mesi prima di dare risultati. Il lavoro c’è, ed è costante. La repressione consente di dare numeri, invece la prevenzione è un qualcosa di immateriale: non possiamo sapere cosa ha prodotto il nostro intervento in un determinato momento. Cosa ha evitato, cosa sarebbe accaduto se non fossimo arrivati in tempo». Sui ragazzini e i raduni al mercato, la riflessione si allarga alla realtà nazionale. A quello che succede un po’ ovunque e alle misure delicate che occorre trovare per evitare di fare ancora più danni di quelli già visibili. I giovani, in particolare i minori sono in difficoltà. Il momento è critico, si vive in un mondo sospeso e il Covid ha ingigantito ogni cosa.

«Siamo intervenuti un paio di volte – afferma il questore – e il risultato è che alla vista degli agenti i gruppi si sono allontanati di corsa. Dispersi, questo è un risultato. L’assembramento è stato eliminato. Il problema è noto, serviranno altre attività. Ma se io fossi un genitore mi metterei il problema di mio figlio che torna a casa ubriaco, comunque non lucido. E anche di come e da chi si è procurato l’alcol e la droga. Per questo dico che serve la partecipazione attiva di tutte le forze disponibili. Non è un allarme di chissà quale livello, non stiamo inseguendo criminali. Ma è una situazione che merita attenzione. Mi sono preso la briga di controllare i tempi di risposta dal momento della chiamata al 113. La volante è arrivata sul posto in meno di 10 minuti. Ma le chiamate sono state poche, la gente deve avere fiducia, chiamare. L’attenzione è massima, e mi dispiace quando si afferma che nessuno fa niente. Mi dispiace per i ragazzi e le ragazze della polizia che fanno il loro lavoro con passione al servizio della gente. A tutti dico: segnalate e avrete la certezza di una risposta».

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