La Nuova Sardegna

Riti vudù antimalocchio, “stregone” in cella

di Enrico Carta
Riti vudù antimalocchio, “stregone” in cella

Oristanese truffato di 100mila euro da un senegalese che promette di liberarlo col sacrificio di iene, cammelli e galline

07 febbraio 2021
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ORISTANO. Cinque esorcisti – quelli ufficiali della Chiesa cattolica – non erano riusciti a togliergli il malocchio, che era convinto lo perseguitasse dal momento in cui era stato lasciato dalla compagna. Un santone e i suoi riti vudù – nulla a che vedere con quelli a cui si è fatto riferimento in seguito al litigio in campo tra Ibrahimovic e Lukaku di qualche giorno fa – erano diventati l’ultima spiaggia, ma per tentare di approdare sulle rive della tranquillità dell’anima, aveva sborsato circa 100mila euro. Eppure continuava a sentirsi perseguitato dal demonio e nemmeno i riti propiziatori del trentenne senegalese a cui si era rivolto sembravano avere il giusto effetto. Alla fine però, la truffa ha avuto un epilogo alquanto movimentato perché il santone è finito dietro le sbarre, quelle del carcere di Massama.

Qui, assistito dall’avvocato Pier Luigi Meloni, sosterrà l’interrogatorio di garanzia probabilmente già domani, mentre gli ultimi passi da uomo libero li ha mossi in piazza Eleonora a Oristano venerdì mattina, quando, seduto su una panchina con accanto la sua vittima, ha intascato l’ultima busta col denaro – 28mila euro –. Aveva però molti occhi puntati su di sé in quel momento: gli agenti della Squadra mobile della questura, coordinati dal dirigente Samuele Cabizzosu sotto la supervisione della procura, avevano preparato in maniera certosina l’ultimo rito, quello dell’arresto per truffa aggravata. Infatti, non appena il santone ha fatto la mossa per allontanarsi e magari dirigersi verso casa sua per compiere l’ennesimo tentativo di annientare gli effetti dei sortilegi che perseguitavano il cinquantenne, i poliziotti sono scattati per accerchiarlo e poi ammanettarlo.

Tutto inizia tre mesi fa. Il cinquantenne, lavoratore dipendente e con una notevole capacità di spendere, si arrende di fronte all’impotenza degli esorcisti ufficiali. Il trauma per essere stato lasciato è ancora vivo e non solo nello spirito: continua infatti a vedere in qualsiasi ferita e nei tagli sul suo corpo le stigmate con le sembianze di Satana. Succede poi che in casa alcuni oggetti sacri gli cadano dalle mani o si rompano in circostanze inspiegabili. Persino il navigatore della macchina all’improvviso inizia a gracchiare e quella voce per lui proviene direttamente dall’inferno. Non c’è altra spiegazione se non quella del malocchio e, come ben si sa, al sortilegio e alla iettatura si rimedia scacciandoli dall’anima.

Che fare però quando anche il potere dei sacerdoti non ha effetto? Circa tre mesi fa decide quindi di voltare pagina. Non c’è mica solo la Chiesa. I malefici possono essere annullati anche attraverso magie e riti propiziatori di altro tipo, ed ecco che spunta il santone senegalese che vive a Oristano. Come il cinquantenne, che abita in un paese della provincia, ci sia arrivato non è dato saperlo, fatto sta che i due si incontrano e il risolutore di problemi, che gode anche dell’appoggio di uno stregone che vive in Africa, è sicuro che il demonio si può cacciare. Con una premessa: servono soldi, perché i riti e i poteri sovrannaturali hanno un prezzo.

La soluzione è quella di effettuare dei sacrifici di animali. Ci passano per prime delle galline. Il loro sangue è però versato inutilmente. Il malocchio è talmente potente che si decide allora di aumentare la taglia degli animali da sacrificare sull’altare della pace dell’anima. Così ci passano – almeno questo racconta il santone al suo cliente – degli oranghi, dei cammelli, delle iene cacciate chissà dove nella savana. Eppure non c’è verso, il malocchio non ne vuol sentire di uscire da quel corpo. La vittima inizia ad avere dubbi e vuole le prove. Le foto degli animali non gli bastano e allora si decide di fargli avere qualcosa di più concreto. Una testa di cammello viaggia dall’Africa verso Oristano, ma al porto di Amsterdam viene fermata. È un’azione proibita quella di inviare animali morti o parti di essi senza protocolli particolari e infatti la testa non passa oltre il posto di controllo.

La rottura tra il fedelissimo e il santone – in casa di quest’ultimo sono stati trovati fluidi e oggetti per compiere i riti magici, assieme a 8mila euro in contanti immediatamente sequestrati – avviene però a causa di una iena di troppo. Una era stata già ammazzata alla modica cifra di 14mila euro e lo sfortunato non era d’accordo sul sacrificio anche della seconda che invece avviene ugualmente. A quel punto decide di andare in questura e raccontare tutto. Una volta accertato che i pagamenti sono stati effettuati davvero – ci sono le ricevute dei versamenti avvenuti attraverso carte prepagate – si decide di entrare in azione. Magari il malocchio aleggia ancora sulla vittima, ma almeno il conto in banca ora è in salvo.

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