La Nuova Sardegna

La parola chiave è riqualificazione professionale

di Stefano Ambu
La parola chiave è riqualificazione professionale

Un “under 35” su 4 ha perso il lavoro durante la pandemia La responsabile Podda: «Provvidenziali i ristori assegnati»

11 febbraio 2021
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Un presidio per l’occupazione in una zona che lavora soprattutto d’estate con alberghi e ristoranti. Il centro per l’impiego è a Muravera, Sarrabus Gerrei e copre anche i comuni di Armungia, Castiadas, San Vito, Villaputzu. Costa Rei, cuore dell’economia del turismo della zona, compresa. Buste paga che con la pandemia sono diminuite - sono i dati di confronto tra 2020 e 2019- del 25%. Uno su quattro è rimasto a casa per colpa del coronavirus, con un colpo pesantissimo soprattutto per la fascia sino ai trentaquattro anni. «Siamo un piccolo presidio – spiega la responsabile Pia Podda (nella foto) – che, nonostante carenza di personale e ondata della pandemia, si e rimboccato le maniche dando il massimo per non far pesare la situazione sulle persone che si rivolgevano a noi. All’inizio siamo stati destabilizzati dalla pandemia, ma siamo rimasti sempre qui. E abbiamo subito trovato soluzioni per stare vicino agli utenti, dalle telefonate alle videochat. Avevamo paura che fosse difficoltoso seguirci. E invece la risposta è stata pronta e partecipe e abbiamo potuto continuare a offrire un buono standard di servizi, ancora più importante del solito vista la situazione di difficoltà». La maggior parte del lavoro riguarda gli “stagionali” che, finita l’estate, stanno a casa. E aspettano - magari protetti da ammortizzatori sociali - il ritorno dei turisti. «Puntiamo – spiega Podda – soprattutto sulla riqualificazione professionale attraverso corsi di formazione. Dobbiamo dire che sotto l’aspetto economico-sociale sono state importanti per la tenuta del territorio le misure statali e regionali di sostegno». A conferma dell’alta vocazione turistica della zona i dati sull’occupazione dello scorso anno: sino a maggio- considerando anche tutti gli altri settori- si è registrata una diminuzione di assunzioni sino a 1800 unità. Ma poi tra giugno e luglio- i mesi delle vacanze- c’è stata un’impennata di assunzioni intorno al 60%. Alla fine dell’anno conti in rosso con 1339 assunzioni in meno rispetto al 2019. Ma il picco estivo dice quanto sia importante per la zona l’industria vacanziera. «È stata – racconta Podda – una vera e propria boccata d’ossigeno alimentata anche dal fatto che ottimisticamente si pensava che l’emergenza fosse già alle spalle. Dopo l’estate è ricominciata la parabola discendente». E il 2021? Gli operatori del centro per l’impiego, in questi mesi difficili di attesa e incertezza diventano quasi dei “confessori” e degli “psicologi” di un popolo di aspiranti lavoratori che aspetta e spera in un futuro migliore. «Percepiamo da parte di chi si rivolge a noi – spiega Podda – la fortissima speranza che questo virus venga debellato. E percepiamo ancheun’altra speranza. Che le aziende che possono dare occupazione ce la possano fare a stare in piedi». Per il centro per l’impiego è importante il rapporto diretto con le scuole. Che, a causa della pandemia, è stato interrotto. «Continuiamo a ricevere richieste di insegnanti ma bisogna aspettare. Stavamo portando avanti delle iniziative con i ragazzi delle quarte e delle quinte. È importante che anche nelle nuove generazioni cresca la cultura d’impresa».

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