La Nuova Sardegna

il racconto dei carabinieri che hanno intercettato l’assassino 

«All’inseguimento della Bmw in fuga a 200 all’ora lungo la camionale»

«All’inseguimento della Bmw in fuga a 200 all’ora lungo la camionale»

SASSARI. La mattina del 16 febbraio la pattuglia dei carabinieri del radiomobile intercetta Fadda a bordo della Bmw bianca vicino alla prima galleria del Mascari, sulla 131, poco prima dello svincolo...

16 febbraio 2021
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SASSARI. La mattina del 16 febbraio la pattuglia dei carabinieri del radiomobile intercetta Fadda a bordo della Bmw bianca vicino alla prima galleria del Mascari, sulla 131, poco prima dello svincolo per Ossi, in direzione di Sassari. Lì comincia un inseguimento durato una quarantina di minuti che terminerà con l’arresto del 45enne nel parcheggio superiore dell’ex Auchan. Nel sedile posteriore dell’auto le due gemelline urlano disperate e solo quando capiscono che stanno per essere salvate una delle due, che tiene in grembo la sorellina disabile, guarda il luogotenente Antonio Onida e dice: «I carabinieri, finalmente».

È un racconto che fa piombare chiunque lo ascolti nella più classica scenografia da film d’azione dove il killer scappa a folle velocità, rischiando di travolgere diverse persone e di seminare altre vittime.

Il luogotenente Onida, della sezione operativa della compagnia di Sassari, ieri mattina ha raccontato alla corte d’assise ogni sequenza di quella fuga folle e disperata. «Quando abbiamo visto Fadda la prima volta vicino alla galleria lo seguivano già i colleghi del radiomobile di Sassari. La Bmw bianca ha svoltato verso Ossi e ha proceduto per Muros e Cargeghe con una condotta di guida pericolosissima. Fadda ha rischiato di investire alcuni pedoni che erano fermi sul marciapiede, andava contromano nella zona industriale di Muros. Poi ha percorso alcune strade di penetrazione agraria, ha svoltato verso Scala di Giocca e ha ripercorso la 131 in direzione di Sassari. Dopo la seconda galleria lo abbiamo intercettato io e il mio collega e lo abbiamo seguito insieme al radiomobile. Andava già a velocità sostenuta, 120, 130, 180 chilometri orari». L’auto correva, sbandava, era una macchina potente e i carabinieri hanno vissuto quei momenti con una angoscia costante: «Temevamo che potesse avere un incidente mettendo così in pericolo la vita delle bambine. Dovevamo agire con molta attenzione». La Bmw imbocca quindi la camionale verso Porto Torres «e lì – ha aggiunto Onida – ha toccato i 220 chilometri orari, tanto che allo svincolo di Truncu Reale la macchina si è imbarcata. All’altezza del carcere di Bancali cercavamo di affiancarci per farlo desistere e lui ha tentato di speronare i colleghi riuscendo quasi a farli uscire di strada». Poi la decisione di provare a trovare rifugio nel parcheggio superiore dell’ex Auchan: «Anche lì ha rischiato di travolgere una decina di persone che aspettavano l’apertura del centro commerciale, ci hanno indicato dove era diretto. Siamo saliti lungo la rampa e abbiamo subito visto la Bmw che lui aveva tentato di nascondere dietro la pensilina dei carrelli per la spesa. Si è chiuso dentro, scivolava sul sedile e sbraitava. Ricordo ancora il terrore negli occhi delle bambine, ci guardavano chiedendoci aiuto. Alla fine siamo riusciti ad aprire lo sportello, io mi sono messo tra Fadda e le bambine per proteggerle, non sapevo se fosse o meno armato. Lo abbiamo tirato fuori dall’abitacolo, sbraitava, dava calci, gomitate. Poi finalmente siamo riusciti a immobilizzarlo e a portarlo in caserma. E ci siamo presi cura delle due gemelle. Una l’ho abbracciata, diceva “i carabinieri, finalmente”...». (na.co.)

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