La Nuova Sardegna

Insularità, appello dell’isola a Draghi

Insularità, appello dell’isola a Draghi

Consiglieri regionali e parlamentari scrivono al premier: ascolti la nostra voce

16 febbraio 2021
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CAGLIARI. La Sardegna ha presentato al neonato governo Draghi una prima richiesta: abbattere in fretta gli effetti negativi, economici e sociali, provocati dall’insularità. In una lettera firmata dal presidente dell’Assemblea Michele Pais, dal presidente della commissione speciale per l’insularità Michele Cossa e da alcuni parlamentari (mancano 9 M5s) il premier è invitato «ad ascoltare sin da subito la voce della Sardegna, che rappresenta un patrimonio millenario, storico e culturale, e un valore identitario di straordinaria importanza». Per proseguire, insieme ai parlamentari Giuseppe Luigi Cucca, Lina Lunesu, Emiliano Fenu, Emilio Floris, Carlo Doria, Gianni Marilotti, Andrea Frailis , Alberto Manca, Salvatore Deidda, Ugo Cappellacci, Maria Lapia, Pietro Pittalis, Nardo Marino, Gavino Manca, Guido De Martini, Romina Mura ed Eugenio Zoffili, che questa «condizione geografica si riflette da sempre sui settori strategici dell’economia, della capacità di fare impresa, che nell’epoca dell’innovazione digitale finisce per essere un freno al cambiamento e al rinnovamento». È una condizione, quella dell’insularità, che si traduce «in un gap infrastrutturale cronico e certificato, nel dramma dei trasporti e dell’accessibilità esterna e interna, nei ritardi nelle reti energetiche e di comunicazione». E quindi diventato purtroppo «un potente freno allo sviluppo socio-economico, con pesantissime conseguenze su un’ampia gamma di diritti costituzionali». Tra l’altro nella lettera a Draghi è ricordato anche il percorso della “battaglia dei sardi”: dalla proposta di legge di iniziativa popolare per il riconoscimento del principio di insularità in Costituzione a quella nazionale di iniziativa regionale sulla compensazione dei costi dell’essere un’isola. La prima, nei mesi scorsi, ha ottenuto il via libera dalla commissione Affari costituzionali del Senato e ora si attende, «confidando nell’autorevolissimo supporto di Draghi», l’approvazione dalle Camere. La seconda proposta, invece, ha l'obiettivo di riequilibrare il deficit del Prodotto interno lordo, calcolato dall'Istituto Leoni in 5.700 euro pro capite l'anno. «La Sardegna, in conclusione, attende che finalmente sia colmata una grave ingiustizia e – si legge nella lettera – i sardi sono certi che il nuovo premier ascolterà la nostra voce». Tra i parlamentari sardi, ben 9 del M5s, che non hanno firmato: Pino Cabras, Luciano Cadeddu, Mario Perantoni, Emanuela Corda, Andrea Vallascas, Lucia Scanu, Paola Deiana, Ettore Licheri ed Elvira Evangelista.

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