La Nuova Sardegna

«Le vittime possono portare i segni per sempre»

«Le vittime possono portare i segni per sempre»

La testimonianza del magistrato Pisanu. Lo psicologo: «Patentino per l’accesso consapevole al web»

17 febbraio 2021
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SASSARI. Il ragazzino costretto con le botte a rubare i soldi a casa per consegnarli al baby aguzzino, della violenza porta ancora i segni nell’animo. «Segue un percorso terapeutico, per cercare di sanare le ferite profonde provocate dall’umiliazione e dalla paura. La strada è lunga, per chi ha subìto atti di bullismo significa iniziare una nuova vita, recuperare se stessi e superare la diffidenza che ti porta a isolarti dal mondo». Maria Giovanna Pisanu, giudice del tribunale dei minori a Cagliari, in 30 anni di storie così ne ha visto tante. Ma internet e i social hanno offerto un terreno fertilissimo al bullismo e al cyberbullismo che spesso si incrociano «perché il filmato del ragazzino picchiato finisce in rete e ha una diffusione incontrollabile. Così come quello dell’adolescente costretto a mettersi in ginocchio o a fare altre cose umilianti imposte dal bullo». Che nella maggior parte dei casi agisce nella convinzione di restare impunito. Spiega lo psicologo Luca Pisano: «Un tema cruciale è quello della consapevolezza: dal punto di vista della conoscenza giuridica possiamo dire che è vicina allo zero, perché i ragazzi non hanno idea di cosa siano reati quali la diffamazione o le minacce o della loro portata delle loro azioni, come pubblicare una immagine intima di un amico o di un’amica. Serve un accesso consapevole al web, una sorta di patentino digitale da concedere per step. Ma serve anche che i genitori sviluppino maggiori competenze e conoscenze sulle insidie della rete: si accorgerebbero che un numero impressionante di bambini seguono youtubbers che bestemmiano, insultano, incitano alla violenza ed enfatizzano l’uso di alcol e droghe». La magistrata Pisanu scuote la testa e ribadisce i concetti espressi dal dirigente della Postale Francesco Greco: «Il controllo da parte dei genitori sarebbe essenziale ma siamo lontani anni luce. Gli stessi genitori fanno un uso distorto di internet e dei social, per questo sono poco attrezzati ad affrontare il problema: chiedere la collaborazione delle famiglie è giusto ma tante vivono in una situazione disastrata, con la violenza che spesso è pane quotidiano per adulti e ragazzi. Scuola e forze dell’ordine devono agire di più, segnalando e ammonendo comportamenti scorretti, sia dei ragazzini sia degli adulti». (si. sa.)

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