La Nuova Sardegna

Crolla il prezzo della lana «Servono misure urgenti»

Crolla il prezzo della lana «Servono misure urgenti»

Trent’anni fa un chilo valeva l’equivalente di 2,50 euro, oggi 10-20 centesimi

18 febbraio 2021
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CAGLIARI. La tosatura delle pecore è ancora un rito, magico e intenso, tramandato di generazione in generazione. È la festa di "Su tunninzu". Continua, invece, a perdere valore il prodotto, la lana. Trent’anni fa un chilo era pagato quasi 2,50 euro, oggi non più di 10-20 centesimi. Il prezzo è crollato, nonostante una produzione di quasi 3 tonnellate l’anno e la richiesta sempre più insistente da parte della bioedilizia. La lana di pecora, si sa, è un ottimo isolante termico e acustico. «Purtroppo, oggigiorno, la maggior parte della materia prima finisce per essere venduta sotto costo. Gli acquirenti arrivano quasi sempre dalla Sicilia e dalla Campania e il prezzo lo fanno loro, in regime di monopolio – ribadisce il consigliere regionale di Forza Italia Giuseppe Talanas –. Per questo molti allevatori preferiscono tenerla in deposito, in attesa di tempi migliori, se non addirittura cederla a costo zero. Eppure è un prodotto di eccellenza. La lana di pecora sarda è considerata la migliore al mondo per l'isolamento termico e acustico. Anche in presenza di un forte tasso di umidità, perché crea una barriera fonoisolante, riduce la condensa e migliora la salubrità dell'ambiente».

Per rilanciare questa nicchia della pastorizia, ha presentato una proposta di legge, firmata anche dal Partito sardo d’azione. In uno degli articoli c’è scritto: «Agli allevatori dovrà essere riconosciuto un contributo di 0,75 centesimi al chilo, lasciando comunque nella loro piena disponibilità la proprietà della lana». È una compensazione necessaria – aggiunge Talanas – per evitare che, come sempre accade, «ai pastori rimangano le briciole, mentre altri finiscano per specularci». Ma anche per evitare che la lana sia considerata un rifiuto, tra l’altro difficile da smaltire, o stoccato in attesa di tempi migliori. «La tosatura – sottolinea Talanas – sarà sempre un antico rito dell’antica culturale pastorale. Però dev’essere anche un nuovo valore aggiunto in una situazione drammatica, aggravata dalla pandemia, per chi è alle prese con le oscillazioni sconcertanti del prezzo del latte o della carne d’agnello». Dunque, «sono sempre più necessarie politiche economiche in aiuto a un settore, quello agropastorale, essenziale per la nostra economia». Il contributo, vista l’emergenza, servirà quindi non solo a salvaguardare, tutelare e valorizzare la tosatura, ma – si legge – anche a «compensare la perdita del valore di mercato della lana». Inoltre, lo stesso intervento, «riporterà fiducia nel mondo della pastorizia verso le istituzioni pubbliche», dice ancora Talanas. In particolare nei confronti della Regione che, a quel punto, «si dimostrerà sensibile e vicina a una vasta platea produttiva, solo oltre 12mila le aziende, salvaguardando i valori dell'uguaglianza e della pari dignità professionale». (ua)

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